(DIRE) Roma, 25 feb. - "Era il 12 novembre dello scorso anno e il presidente Zingaretti annunciava 1.200 assunzioni in tre anni. Dal 31 maggio 2015 aspettiamo che le aziende sanitarie del Lazio inoltrino alla Regione le nuove dotazioni organiche, condizione indispensabile per superare il sistema delle deroghe e portare finalmente a termine le assunzioni e la stabilizzazione del personale precario. Allo stato attuale si rischia di perdere persino la deroga all'assunzione di circa 300 unità per il 2016, in assenza della definizione del fabbisogno di personale. Appare peraltro non coerente il comportamento adottato dalle Aziende. Se da un lato giustamente lamentano difficoltà nel garantire i livelli essenziali di assistenza a causa delle gravi carenze di personale allo stesso tempo non mettono analogo impegno per superare il 'male' alla fonte, cioè rimuovere, ora che è possibile, la carenza di personale stessa, reinternalizzando i servizi alla persona. Altro cortocircuito si è generato nel mettere in atto le disposizioni della legge sull'orario di lavoro in sanità, con situazioni sempre più al limite della legalità. Con la Regione Lazio è stato definito nell'ambito delle relazioni sindacali un percorso di confronto da realizzarsi in sede Aziendale ma che è stato totalmente ignorato dalle Direzioni o ha avuto effetti decisamente negativi. Troppa attenzione agli organigrammi delle aziende e poca ai servizi. Non va bene. È evidente che senza un confronto complessivo, in assenza di un clima sano e di confronto nelle aziende, la nostra mobilitazione continuerà, senza escludere il ricorso allo sciopero". Così in una nota i sindacalisti di Cgil, Cisl e Uil, Natale Di Cola, Roberto Chierchia e Sandro Bernardini.
(Wel/ Dire)