(DIRE) Roma, 1 feb. - "L'applicazione del Decreto 'Appropriatezza' che introduce codicilli, numeretti e pagine intere relative a di prestazioni ora non piu' esclusivamente a carico del sistema sanitario nazionale, ma se giudicate non appropriate a totale carico del cittadino, esente o meno, sta creando nella prima linea del sistema sanitario nazionale e cioè gli studi dei medici di medicina generale il caos. Forti disagi quasi l'impossibilità a mettere in pratica quanto previsto dal decreto si registrano negli studi dei medici di tutte le città del Lazio". Lo fa sapere la Federazione italiana Medici di famiglia del Lazio.
"Nelle aziende sanitarie le cose non vanno meglio- continua la Fimmg- In un'Asl di Roma, tra giovedì e venerdì scorso, gli operatori di sportello e un medico dell'azienda, di fronte a ricette compilate con zelo e infarcite dei previsti per quanto ignoti codici e altrettanto ignote alla Asl condizioni di erogabilità, la ricetta non è stata accettata ed è andata a finire che l'impiegata ha detto 'non ci capisco niente, Lei è esente, non paghi'. Eppure la ricetta era compilata in assoluta conformità al Decreto. Il perplesso cittadino è tornato dallo zelante medico curante per ricominciare tutto daccapo".
Secondo i Medici di famiglia questo "è l'esempio di come un nobile obiettivo, eliminare gli sprechi, garantire a tutti il necessario e far pagare a tutti il superfluo, viene vanificato in mancanza di un qualsiasi passaggio concertativo, organizzativo, informativo, comunicativo, indispensabile per avviare un processo così complesso. Occorre riportare il processo entro i binari della condivisione. La Regione Toscana, e anche il Veneto, scrivono alle loro Asl sospendendo i criteri applicativi del Decreto. E' una scelta positiva, per questo invitiamo il presidente Zingaretti a prendere una posizione uguale che eviti nell'immediato disservizi, problemi, litigi e confusione. Si sospenda anche nel Lazio l'efficacia del decreto e nelle more si avvii con tutti i soggetti interessati una verifica sull'effettivo impatto delle nuove norme. Siamo disponibili ad un incontro anche perché il Lazio, nel lontano 2006, grazie al contributo della medicina generale, adotto' il primo provvedimento sull'appropriatezza che si basava sul principio garantire il necessario e far pagare il superfluo. Tale provvedimento, agli atti della Regione, non provoco' alcun disservzio, ma consegui' gli obiettivi prefissati".
(Wel/ Dire)