(DIRE) Roma, 22 dic. - I numeri relativi ai nuovi contenziosi nel settore della sanità sono allarmanti. Si tratta di 35.000 nuovi sinistri l'anno, in una categoria professionale che vede operativi circa 350.000 medici: il 10% è una percentuale enorme e nettamente superiore a qualsiasi altra attività professionale. Suddividendo poi questi sinistri nelle varie specializzazioni, il massimo rischio viene confermato per gli ostetrici ginecologi, che si attestano a circa il 30%, mentre gli ortopedici e i chirurghi, suddivisi nella varie sotto specializzazioni, arrivano a circa il 25% del totale. Il restante 45% coinvolge tutte le numerose specializzazioni restanti. Secondo l'Eurobarometro, agenzia dell'Unione europea, su un campione di 5.000 pazienti, il 68% ritiene che gli errori medici e di errata prescrizione dei farmaci siano tra i problemi più rilevanti di cui sono fortemente preoccupati, senza tener conto dell'alea terapeutica. Il 23% di questo campione dichiara di avere avuto personalmente o in famiglia problemi causati da errori medici. I ricorsi sono aumentati di circa il 38% in tutti gli Stati negli ultimi 5 anni.
Secondo un'indagine dell'Ania (Associazione nazionale fra le imprese assicuratrici), in un anno solare si registrano circa 34.000 denunce di cittadini per danni subiti da medici privati e nelle strutture sanitarie. Considerato che un risarcimento si aggira tra i 25mila e i 40mila euro, il costo economico della malpractice potrebbe giungere a superare i 2 miliardi di euro l'anno. Cifre teoriche, ma folli se si considera che rappresentano il 2% del Fsn (Fondo sanitario nazionale).
Ma ciò che desta le maggiori preoccupazioni sono gli straordinari non dovuti. A parte l'aspetto economico, rischiano di mettere in discussione le reali capacità del medico. I dati ci mostrano che in Lombardia, ad esempio, ogni medico lavora circa 8 ore a settimana in più, per 42 settimane l'anno; ore non pagate e a rischio.
(Wel/ Dire)