(DIRE) Roma, 22 apr. - Il nuovo Piano nazionale di Prevenzione Vaccinale 2016-2018 sta forse per vedere la luce dopo lunga attesa, ma ci sono regioni come il Lazio in cui gli obiettivi di copertura prefissati per diverse vaccinazioni anche in ambito pediatrico risultano ancora lontani dall'essere raggiunti. Lo dice la Federazione italiana medici pediatri del Lazio.
Contro morbillo, parotite e rosolia, ad esempio, la regione non raggiunge l'obiettivo di copertura vaccinale del 95% prefissato da PNEMoRc 2010-2015, riportando una copertura vaccinale in prima dose entro i 24 mesi pari a 88,5%, dunque -6,5 punti percentuali rispetto all'obiettivo prefissato (Morbillo: 88,54% - Parotite: 88,54% - Rosolia: 88,54%). I dati sono ancora più allarmanti se si considerano i tassi di copertura in seconda dose che vedono vaccinarsi l'81,0% dei bambini tra i 5 ed i 6 anni, dunque -14 punti percentuali dall'obiettivo prefissato.
Non va meglio rispetto alla vaccinazione contro il papillomavirus umano (Hpv), l'agente virale responsabile solo in Italia di circa 130.000 casi di patologie benigne - i cosiddetti "condilomi" -, ma anche tumorali, come i cancri del collo dell'utero, della vulva, della vagina, del pene, dell'ano, e i tumori della testa e collo. Per quanto riguarda la vaccinazione contro questo virus, la percentuale di ragazze appartenenti alla coorte del 2001 vaccinate a ciclo completo è pari al 63,0%, scostandosi quindi dal tasso di copertura media Italia (67,1%) di 4,1 punti percentuali.
La copertura vaccinale nella regione Lazio è ben lontano dal target del 95% fissato come obiettivo di sanità pubblica dal Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale 2012-2014. Tuttavia, alla luce delle difficoltà incontrate nel raggiungimento dell'obiettivo posto all'epoca, esso è stato rimodulato: "Raggiungimento di coperture vaccinali per ciclo completo di Hpv = 70% nelle dodicenni a partire dalla coorte del 2001, = 80% nelle dodicenni a partire dalla coorte del 2002, = 95% nelle dodicenni a partire dalla coorte del 2003". L'obiettivo resta comunque lontano e, oltre all'aumento della copertura nelle adolescenti, occorrerà proteggere dal virus anche i maschi.
"L'Hpv infetta entrambi i sessi e, in particolare, il maschio risulta esserne infetto con maggiore facilità- spiega Luciano Antonio Basile, Segretario della Federazione Italiana Medici Pediatri del Lazio-. La difficoltà nella prevenzione di questa patologia è proprio dovuta anche alla sottovalutazione del partner maschile quale serbatoio e veicolo di trasmissione della malattia stessa. Senza una strategia vaccinale strutturata anche sul maschio, il virus, dunque, potrà continuare a circolare liberamente".
In Italia solo otto Regioni (Puglia, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Sicilia, Asl di Sassari in Sardegna, Calabria, Molise) raccomandano nel loro calendario la vaccinazione anti papillomavirus umano al maschio e "sarebbe auspicabile- afferma Basile- che questa protezione venga offerta in maniera uniforme sul territorio nazionale, affinché si possa proteggere tutta la popolazione dalle patologie Hpv correlate oggi prevenibili attraverso la vaccinazione". L'auspicio è, quindi, che il nuovo Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale, ormai alle porte, includa la vaccinazione anti Hpv universale e trasmetta con convinzione questo messaggio a tutte le realtà regionali italiane.
Anche per quanto riguarda il vaccino contro lo pneumococco siamo lontani dall'obiettivo del 95% per i nuovi nati, "soprattutto per la perdita di aderenza sulla terza dose - ricorda Basile -, ma la cosa grave è che la maggior parte dei bambini a rischio che avevano ricevuto il vecchio vaccino 7 valente non ha aderito al recupero sierotipico con il nuovo vaccino 13 valente".
"Occorre un maggiore impegno e codifica- continua il segretario Fimp Lazio- anche per la vaccinazione contro i meningococchi, sia con il quadrivalente (ACW135Y), anche e soprattutto nei bambini più grandi e adolescenti, che contro il sierotipo B nei nuovi nati, ma prima bisogna risolvere i tanti problemi organizzativi che affliggono i centri vaccinali, già oggi gravati da lunghe lista di attesa, consapevoli che non si possono migliorare le coperture o introdurre nuove offerte vaccinali, senza prima migliorare la facilità di accesso e l'organizzazione dei servizi".
In attesa del nuovo Piano nazionale, una buona notizia arriva dalla vaccinazione esavalente nel Lazio. Per quanto riguarda questa immunizzazione in media nella Regione viene vaccinato il 97,53% dei bambini, dunque un buon risultato che supera i dati di copertura media raggiunti in Italia (94,6%) e l'obiettivo di sanità pubblica del >95%(Polio 97,55%; Difterite 97,54%; Tetano 97,54%; Pertosse 97,53%; Epatite B 97,95%; Hib 97,06%).
(Wel/ Dire)