(DIRE) Roma, 19 apr. - "Abbiamo stanziato 450mila euro nella legge di Stabilità di dicembre, per uno screening mirato sulla popolazione carceraria". Lo dice il ministro della Salute Beatrice Lorenzin. "E' più facile farlo rispetto ad altre popolazioni perché si tratta di popolazioni istituzionalizzate" spiega Lorenzin, che interviene durante la conferenza conclusiva degli 'Stati Generali dell'esecuzione penale', a Roma, nell'auditorium del carcere di Rebibbia.
Il ministro parla anche di "campagne di prevenzione all'interno delle carceri e di formazione e stewardship per quanto riguarda psicologi, psichiatri, medici e infermieri che devono intervenire su patologie ben precise- e aggiunge- credo che questo, dal punto di vista della salute, ci permetterà di fare un salto in avanti. Accompagnando queste misure ad altre, sicuramente, miglioreremo la qualità della vita della popolazione detenuta ma offriremo loro anche possibilità maggiori per un reinserimento nella vita fuori dal carcere, oltre al fatto che, per quanto riguarda le malattie trasmissibili, è evidente che fare screening, terapia e cura delle malattie trasmissibili vuol dire avere un impatto positivo sulla possibilità di trasmettere queste malattie sia dentro che furi dal carcere".
IL 53% DEI DETENUTI E' A RISCHIO SUICIDIO - "Piu' del 43% delle patologie in carcere sono malattie mentali" mentre "il 22, 3% sono i fenomeni legati alle tossicodipendenze. Sulle problematiche legate all'area psichica, vediamo che piu' del 60% della popolazione carceraria ne soffre" ha aggiunto Lorenzin. Dallo studio, pubblicato, nel 2015, "e' emerso che le patologie che caratterizzano maggiormente la popolazione carceraria sono innanzitutto le patologie mentali, tutte quelle della sfera psichica: non soltanto depressioni, anche in forma grave, ma anche neuropsichiatrie conclamate, alcune che peggiorano nel momento dell'entrata in carcere, altre preesistenti. Su queste, le persone piu' colpite sono le donne e gli italiani, nella popolazione straniera abbiamo una maggiore indicizzazione delle patologie gia' precedenti alla detenzione". Il ministro ha dichiarato inoltre che in carcere "il rischio suicidi e' al 53%". TELEMEDICINA E' VERA RISPOSTA PER FUTURO - La telemedicina e' la vera risposta per il futuro della salute carceraria. Attraverso la tecnologia, "si potranno risolvere molte questioni in tempo reale e assicurare il massimo dell'assistenza, anche in condizioni di urgenza, ai pazienti" ha concluso Lorenzin.
(Wel/ Dire)