Roma, 13 apr. - La mobilità sanitaria nel nostro Paese vale quasi 4 miliardi di euro. E coinvolge tra gli 800 e i 900 mila cittadini l'anno che scelgono di spostarsi in altre regioni per ricevere le cure di cui hanno bisogno. Ma se il saldo totale dei flussi della migrazione sanitaria a livello nazionale è ovviamente pari a zero ci sono regioni e PA che ci "guadagnano" e regioni che ci "perdono". E queste ultime sono la maggioranza,13 su 21 che hanno un saldo negativo tra crediti e debiti.
In generale, nel 2016 (con 3,9md) si nota come il giro d'affari sia calato del 3,5% rispetto al picco del 2015 quando l'ammontare aveva superato i 4,1 mld. Numeri sempre molto elevati in ogni caso e che non accennano a diminuire drasticamente con le regioni del Sud che ogni anno si lamentano. Sul tema, tra l'altro è al lavoro la commissione Salute che dovrebbe presentare un piano per limitare quella che è una vera e propria distorsione del sistema e che evidenzia nei numeri le diverse velocità della sanità del Paese.
I numeri. Nello specifico tra le 13 regioni in rosso la più indebitata è la Campania con un saldo negativo di ben 281,6 mln, a seguire c'è la Calabria con -256,2 mln, il Lazio con -198,2 mln. Numeri impietosi anche per Puglia (-184,4 mln) e Sicilia (-179,2 mln). Al sesto posto c'è l'Abruzzo (-72 mln), poi la Sardegna (-66,2 mln), la Liguria (-39,1 mln), Basilicata (-31,5 mln), Marche (-29,8 mln), Piemonte (-29,2 mln), Pa Trento (-18,1 mln) e Valle d'Aosta (-9,3 mln). Al contrario tra le 8 regioni in attivo al vertice troviamo come sempre la Lombardia con un +538,4 mln. Ottima anche la performance dell'Emilia (+333,1 mln), segue poi la Toscana (+135 mln) e il Veneto (+85,3 mln). Bene anche il Friuli (+28,8 mln) e il Molise (+27,8 mln). Guadagni anche per Umbria (+9,8 mln) e Pa Bolzano (+7,8 mln).
Articolo tratto da quotidianosanita.it (Wel/ Dire)