(DIRE) Roma, 27 ott. - Creare una squadra di farmacisti ospedalieri esperti di furti in ospedale, medicinali contraffatti e delle altre tipologie di crimini farmaceutici, che possano fare rete, monitorare con attenzione tutte le fasi di approvvigionamento dei farmaci e lavorare per prevenire il fenomeno, diffondendo in primis le buone pratiche. È l'obiettivo di Sifo, la Società italiana dei farmacisti ospedalieri e dei servizi farmaceutici territoriali, da tempo attenta al problema della sicurezza degli ospedali e dei farmaci. Dopo il progetto Padlock, con cui sono state esaminate le 'difese' degli ospedali italiani suggerendo come fare per incrementarle, ora Sifo rinnova l'alleanza con Aifa, l'Agenzia italiana del farmaco, per prevenire i crimini farmaceutici. E si mette al lavoro per dar vita ad una task force di farmacisti esperti del fenomeno, a cui affidare il compito di fare da 'antenne' sul territorio, per raccogliere informazioni relative a casi sospetti e fare da "cerniera", trasmettendo le segnalazioni in tempo reale a chi se ne occupa a livello centrale.
L'idea è maturata nell'ambito di una collaborazione che prosegue da anni, su questo tema, tra Sifo e Aifa. La novità è quella di investire in formazione e se n'è parlato domenica a Catania, nella giornata conclusiva del congresso nazionale Sifo, durante la sessione plenaria dedicata a qualità dei prodotti e contraffazione, moderata da Maria Grazia Cattaneo, vicepresidente Sifo. Tra i relatori c'era Domenico Di Giorgio, direttore dell'ufficio Qualità dei prodotti e contraffazione di Aifa.
Il farmacista "può costituire parte attiva nella lotta ai furti e alla contraffazione sia attraverso la sorveglianza dei prodotti e delle fonti di approvvigionamento sia attraverso il monitoraggio continuo del percorso delle terapie e dei dispositivi medici", afferma la vicepresidente di Sifo, Cattaneo. "In tutto ciò è determinante che i farmacisti consolidino le conoscenze necessarie e Sifo si spenderà perché sia promossa una formazione specifica tra i propri soci". C'è anche un altro aspetto importante, che Cattaneo tiene a sottolineare ed è quello dell'informazione. Su questo, il farmacista può fare un lavoro importante, in primis "dentro le strutture sanitarie, creando una rete interna di conoscenza del fenomeno e di prevenzione, attraverso la condivisione con gli altri operatori sanitari", sottolinea Cattaneo. In secondo luogo anche nei confronti del cittadino: "Il farmacista può essere un tramite importante nell'informazione ai cittadini, validata nei contenuti e negli strumenti di comunicazione".
Attraverso "la collaborazione con Sifo, è possibile formare un certo numero di esperti di livello più alto che possano essere il riferimento immediato sul territorio per chi ha dei dubbi, è sicuramente una strategia funzionante", afferma Di Giorgio, ricordando che Aifa ha già lavorato in modo analogo con le Dogane e i Nas, nell'intento di "formare esperti che possano poi aiutare chi, sul territorio, ogni giorno potrebbe incontrare dei casi dubbi". In questo "il ruolo del farmacista ospedaliero è cruciale", dice Di Giorgio. E spiega perchè: "Noi, dal centro, abbiamo una visione molto ampia su quelli che sono i fenomeni e su quelli che diventeranno. Però per certe derivazioni già presenti sul territorio, chi lavora in un ospedale o in una farmacia può avere la visione dei singoli casi che sono pezzetti di un puzzle più grosso".
Le informazioni raccolte sul campo a livello locale, "se portate tempestivamente al centro, possono permettere un'azione di contrasto efficace", conclude il direttore dell'ufficio Qualità dei prodotti e contraffazione di Aifa. Nell'incontro di domenica è stata ricordata anche la grande efficacia della piattaforma web "Fakeshare", avviata da Aifa nel corso del 2013, in cui tutti gli operatori sanitari possono trovare informazioni relative alle segnalazioni di furti di medicinali. Da quando questo spazio web è attivo, il numero dei furti è calato drasticamente, ha sottolineato Di Giorgio.
(Wel/ Dire)