Roma, 21 ott. - Con la legge di stabilità appena varata dal Consiglio dei Ministri, e secondo quanto scritto nell'ultima bozza circolante, le aziende ospedaliere "in rosso" rischiano di pagarla cara. A partire dai loro direttori generali che perderanno il posto se non riusciranno a rimettere a posto i conti entro tre anni dall'accertamento di un buco di bilancio pari o superiore al 10% della differenza tra costi e ricavi rispetto ai ricavi stessi o comunque di una cifra superiore ai 10 milioni di euro. A stabilire nel dettaglio la metodologia di valutazione dello scostamento sarà un apposito decreto della Salute, di concerto con il Mef, sentita la Stato Regioni.
La fotografia al 2014 di come vanno le cose nelle regioni italiane l'ha appena scattata l'Agenas che ha pubblicato oggi tutti i bilanci delle 108 aziende ospedaliere italiane (compresi policlinici universitari e Irccs pubblici).
Ne esce fuori uno spaccato simbolico di come la sanità italiana possa considerarsi tale solo di nome in quanto a unitarietà di sistema e gestione. Ci sono Regioni con tutte le aziende in attivo o in pareggio e altre dove il colore rosso caratterizza tutte le AO.
Ma andiamo con ordine e prendendo a riferimento le indicazioni della legge di stabilità, nelle more del decreto che dovrà indicare con più precisione la metodologia di calcolo per il deficit, abbiamo provato a vedere, seocndo i dati di bilancio di Agenas, quali sarebbero ad oggi le aziende ospedaliere a rischio di piano di rientro, in quanto con disavanzi superiori ai 10 milioni di euro o con percentuali tra deficit e ricavi maggiori del 10%.
In tutto sono 31 su 108 le aziende con bilanci in rosso. E di queste 24 sono a rischio piano di rientro secondo i parametri indicati al momento dalla legge di stabilità. Praticamente quasi 1 su 4, anche se la loro distribuzione territoriale non è omogenea. Le aziende da risanare sono infatti tutte concentrate in 7 Regioni (Piemonte, Veneto, Liguria, Toscana, Lazio, Calabria e Sardegna).
LAZIO. Profondo rosso invece per le 9 aziende laziali, tutte concentrate nella capitale, con disavanzi oltre la soglia e il disavanzo record italiano di oltre 158 milioni per il San Camillo Forlanini su poco più di 297 milioni di ricavi.
Articolo tratto da www.quotidianosanita.it (Wel/ Dire)