(DIRE) Roma, 10 nov. - La sopravvivenza dei pazienti italiani colpiti da mieloma multiplo è più alta della media europea. Nel nostro Paese, infatti, il 42% delle persone affette da questo tumore del sangue è vivo a cinque anni dalla diagnosi rispetto al 39% dei cittadini europei. Intanto, in Italia, si stimano circa 2.300 nuovi casi di mieloma multiplo ogni anno fra gli uomini (1,2% di tutti i tumori) e 2.100 fra le donne (1,3%).
L'incidenza, inoltre, aumenta con l'età: è più frequente negli over 60 (il 38% è over 70), mentre solo il 5-10% dei pazienti è under 40. Sono alcuni dei dati emersi nel corso di un incontro che si è svolto oggi a Roma, presso l'Hotel Nazionale. Hanno partecipato: Fabrizio Pane, presidente Sie (Società italiana di Ematologia), e il professor Francesco Cognetti, direttore del Dipartimento di Oncologia Medica dell'Istituto nazionale Tumori 'Regina Elena' di Roma.
"Questi dati- ha spiegato Pane- sottolineano l'eccellente livello delle cure in Italia. La malattia si manifesta quando una plasmacellula, un tipo di cellula presente nella parte centrale del midollo osseo, diventa cancerosa e si moltiplica senza controllo. Oggi, però, si stanno aprendo importanti prospettive grazie all'immuno-oncologia, che rinforza il sistema immunitario contro il tumore. Una nuova molecola immuno-oncologica sperimentale, elotuzumab, ha ridotto in particolare in maniera significativa il rischio di progressione della malattia. Già efficace nei tumori solidi, quindi, questa nuova arma apre prospettive importanti anche nelle neoplasie del sangue".
L'immuno-oncologia, ha aggiunto poi Cognetti, ha già dimostrato "di essere efficace nel trattamento dei tumori solidi, a partire dal melanoma fino a neoplasie più frequenti come quelle del polmone e del rene in fase avanzata. Il 20% dei pazienti colpiti da melanoma oggi è vivo a 10 anni. Nel tumore del polmone, non a piccole cellule e non squamoso (adenocarcinoma) in fase avanzata, il 39% è vivo a 18 mesi. E il 20% delle persone colpite dalla forma non a piccole cellule squamosa metastatica è vivo a tre anni. Siamo di fronte a risultati davvero impressionanti in tumori che, prima dell'arrivo dei farmaci immuno-oncologici, presentavano scarse opzioni terapeutiche".
I trattamenti per il mieloma multiplo, hanno fatto sapere gli esperti, includono "chemioterapia e corticosteroidi per eliminare le cellule tumorali e terapie mirate per bloccarne la crescita. Uno dei sintomi tipici della malattia è quindi rappresentato dal dolore alle ossa: i bifosfonati, infatti, vengono utilizzati per ridurre questo disturbo e il rischio di fratture ossee". La somministrazione di farmaci chemioterapici, ha piegato ancora Pane, "ad alte dosi con successivo trapianto di cellule staminali, in grado di ricostituire il tessuto midollare distrutto dal trattamento, ha migliorato i risultati".
Gli over 65, però, sono "generalmente esclusi dal trapianto- ha proseguito il presidente della Sie- La radioterapia è impiegata come terapia di supporto per alleviare i sintomi. Va ricordato che l'obiettivo del trattamento è costituito dal controllo della patologia e dal miglioramento della sopravvivenza. Molti pazienti manifestano cicliche remissioni e recidive, tra le quali sospendono il trattamento per un breve periodo per eventualmente riprenderlo. Dopo la recidiva, meno del 20% dei pazienti è vivo a 5 anni. La possibilità di utilizzare l'immuno-oncologia anche nei tumori del sangue- ha concluso- costituisce una svolta decisiva".
(Wel/ Dire)