(DIRE) Roma, 9 nov. - "Renzi ha programmato la decrescita del sistema, in particolare di quello sanitario. Le politiche sanitarie del presidente del Consiglio, infatti, sono del tutto subordinate alle sue politiche economiche. E le sue politiche economiche ruotano intorno ad una riduzione della spesa pubblica. Dal momento che la spesa sanitaria è nella spesa pubblica, quindi, vuole ridurla per usare le risorse che libera in altri modi, per esempio diminuendo le tasse. Questa è la politica con la quale dobbiamo fare i conti: mentre capisco la necessità di Renzi di garantire la crescita economica del Paese, però, contesto i modi che lui usa per garantire tale crescita. Ci sono infatti altri modi per liberare risorse in sanità...". Così Ivan Cavicchi, docente di Sociologia delle organizzazioni sanitarie e Filosofia della medicina all'università Tor Vergata di Roma, intervistato dalla Dire.
"Nella sanità- prosegue Cavicchi- ci sono delle diseconomie, delle antieconomie, ci sono abusi, sprechi e frodi: per questo si può intervenire nel sistema sanitario per bonificarlo. Leggendo l'ultima Legge di stabilità, poi, ho l'impressione che la vecchia idea di spending review sia stata accantonata, nel senso che la sua applicazione implicherebbe una conoscenza del sistema, un coinvolgimento dei soggetti e un'analisi dei processi". Per Cavicchi, invece, "i politici vogliono realizzare subito cash e la prendono corta, imponendo il sistema dei tagli lineari. Penso allora che non dobbiamo sottrarci al problema della crescita del Paese- sottolinea- e anche noi dobbiamo contribuire, ma con modi 'compossibili' con i diritti e con le esigenze economiche ed anche industriali. Si fa un gran parlare di costi standard, ma in realtà penso si voglia parlare di costi di riferimento".
Ha spiegato ancora alla Dire l'esperto: "Renzi in una conferenza ha parlato di prezzi base. Ecco: se noi in una logica di compatibilità usiamo i prezzi base, entriamo nella logica del prezzo più basso. Ma il prezzo più basso non aiuta l'innovazione, ma la esclude". Un prezzo più basso, spiega ancora Cavicchi, è un farmaco "ovviamente meno nuovo. Accettiamo quindi l'idea di sostenibilità, usiamola come idea di sviluppo e non come repressione dello stesso. Piuttosto, mettiamoci d'accordo- conclude- attraverso i modi con cui noi raggiungiamo questo obiettivo".
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