(DIRE) Roma, 5 nov. - "Ci aspettavamo di trovare una generazione nativa digitale, invece abbiamo trovato fame di conoscenze vere". A parlarne, a Diregiovani.it, il professor Andrea Lenzi, Dipartimento di Medicina Sperimentale - Sez. di Fisiopatologia Medica ed Endocrinologia della Sapienza-Università di Roma. Il 4 e 5 novembre, presso l'università La Sapienza, un punto informativo della campagna 'Futuro Fertile' informa, anche con del materiale, su educazione alla salute sessuale e riproduttiva. La campagna, voluta dal ministero della Salute, ha preso il via a Firenze, dopo Roma toccherà Padova, 11-12 novembre al Chiostro Palazzo del Bo, e Napoli, 16-17 novembre all'atrio AOU dell'università Federico II.
"Questa è una campagna sulla fertilità- ha detto Lenzi- Il nostro gruppo si occupa di temi sulla fertilità maschili e femminili da 40 anni. Siamo stati tra gli antesignani".
Sottolineando il fatto che l'Italia, per una serie di motivi, "è una delle nazioni con meno riproduzione nel mondo", Lenzi ha ricordato che "la campagna futuro fertile è 'figlia' di un'altra campagna di qualche anno fa, che si chiamava 'Amico Andrologo'. Questa serie di momenti di comunicazione sono serviti per portare alla conoscenza dei ragazzi e dei genitori una problematica che va affrontata non al momento di volere un figlio ma prima. Io dico a -9 mesi, in pancia della mamma. Vogliamo raggiungere i genitori di domani".
Tra i giovani il riscontro "è stato delizioso, sicuramente di grandissima qualità. Ci aspettavamo di trovare una generazione nativa digitale. Abbiamo trovato una fame e un desiderio di conoscenze vere, incredibile in questi ragazzi. Non c'è stato un fraintendimento o una cattiva comprensione del problema".
Secondo Lenzi "il problema fertilità si integra in una problematica più grande, che fa parte di un'altra campagna. In realtà dobbiamo insegnare ai giovani ad avere discontinuità con errori di stile di vita. Per esempio il movimento", definito "indispensabile", e poi "lo stile alimentare e la questione delle dipendenze, non solo quelle classiche e cioè le droghe, il fumo e l'alcol, ma anche la dipendenza da internet, anche questa una gravissima dipendenza".
(Wel/ Dire)