(DIRE) Roma, 9 mar. - 'Offrire il punto di vista di chiunque viva l'autismo nella quotidianita'. Lo fa Rosi Pennino, presidente del comitato di genitori 'L'autismo parla', che al convegno sull'autismo oggi a Montecitorio dice: "Noi siamo diventati i medici dei nostri figli, ma dovremmo restare genitori e offrire il punto di vista del bisogno".
La mamma spiega cos'e' l'autismo: "Non e' una patologia ma un meccanismo diverso, un modo differente di stare al mondo e per il quale rivendichiamo il diritto di una diagnosi precoce intensiva. Noi familiari dobbiamo conoscere immediatamente i segni di questa bomba devastante che poi assume forme e significati differenti". Pennino non vuole parlare di "un trattamento nello specifico, perche' non esiste la pillola blu uguale per tutti, ma del diritto che la patologia sia riconosciuta come invalidante.
Obiettivi da cui siamo lontani, anche se presente nei nuovi Lea".
Per le 5.000 famiglie siciliane di 'L'autismo parla' "i Lea sono importanti ma se non si crea una rete sociosanitaria e dei servizi attorno ai quali far ruotare questi atti di indirizzo e linee di principio importantissimi per la qualita' di vita dei nostri figli, allora diventeranno solo carta bella da leggere ma inutilizzabile. C'e' bisogno di controllo e verifica sul territorio". Per Pennino "la chiave di volta di questi Lea si chiama assistenza domiciliare, che puo' unire i livelli essenziali di assistenza con il disservizio territoriale. Qui si realizza una riabilitazione su misura".
Il 2 aprile, Giornata mondiale dell'autismo, "non deve essere solo la cassa di risonanza per la riappropriazione del diritto di cittadinanza di essere autistico.L'utismo- conclude la donna- e' una disabilita di serie C perche' il soggetto coinvolto nel disturbo non ha voce. Siamo noi genitori a dargliela. Allora quest'anno il 2 aprile sia un momento per fermarci e tutti insieme realizzare altri piccoli grandi passaggi concreti".
(Rac/Dire)