(DIRE) Roma, 6 mar. - Rivalutare l'allocazione delle risorse disponibili per la cura dei pazienti oncologici, alla luce di alcuni studi che confermano come farmaci molto costosi portino, in realta', a benefici 'minimi'. È la richiesta che Cipomo (Collegio italiano dei primari oncologi medici ospedalieri) rivolge in una lettera al ministro della Salute, Betarice Lorenzin, e al direttore generale dell'Aifa, Luca Pani, per chiedere "di avviare una rinegoziazione del prezzo del bevacizumab con l'azienda produttrice e una revisione dei prezzi (di tutti i farmaci ad alto costo introdotti da oltre 5 anni) che renda il costo piu' proporzionato ai benefici effettivi ottenuti e assicuri quindi la sostenibilita' del costo dei nuovi trattamenti nel prossimo futuro".
Tra gli studi che confermano la tesi espressa da Cipomo, il piu' recente e' quello di Goldestein, appena pubblicato online sulla rivista scientifica 'Journal of Clinical Oncology'. "Tale studio- fanno sapere i primari oncologi- documenta per il bevacizumab (farmaco utilizzato soprattutto per il carcinoma del colon retto metastatico) un rapporto incrementale costo/efficacia (Icer) di oltre 550 mila dollari per Qualy ed effetti poco rilevanti sui pazienti trattati. Alla luce di una valutazione basata sul criterio Icer, gli effetti negativi di quella che potrebbe quindi considerarsi un'irragionevole allocazione delle risorse disponibili, se non un vero e proprio 'spreco', sono molteplici".
Spendere tanto per un farmaco dagli effetti 'modesti', come nel caso dell'ipilimumab e del pertuzumabostacola, secondo Cipomo "ostacola l'introduzione di farmaci piu' efficaci e potenzialmente salva vita. Inoltre, se si riuscisse a contenere la spesa sanitaria relativa a farmaci come il bevacizumab (che in Italia costituisce una delle prime voci di costo per le Unita' operative di oncologia, rappresentando dal 10% al 20% circa del totale dei costi per farmaci) si eviterebbe ai pazienti il rischio di ritardi e ineguaglianze nell'accessibilita' a cure piu' efficaci". Per questo i primari oncologi chiedono "di attivare il gruppo di lavoro presso Aifa, per esaminare i risultati dello studio pubblicato sul 'Journal of Clinical Oncology' e rinegoziare i prezzi dei farmaci ad alto costo introdotti da oltre 5 anni. Rideterminare il prezzo alla luce del criterio Icer e' un atto di responsabilita' in termini di spesa, e una presa di coscienza sociale del problema- concludono- in perfetta coerenza con le indicazioni del Patto per la Salute".
(Cds/Dire)