(DIRE) Roma, 18 mag. - "Gli interventi di alcuni governatori regionali a sostegno della protesta dei medici di famiglia dimostrano la validita' delle nostre posizioni e hanno aperto una breccia all'interno della conferenza delle Regioni. Tutte le Regioni che tengono alla vera sostenibilita' del Ssn nell'interesse dei cittadini hanno bisogno e aspettano il nuovo accordo della medicina generale per far decollare lo sviluppo dell'assistenza primaria e coniugare intelligentemente il progresso del servizio con la salute dei bilanci. Evidentemente, esistono condizioni per cui i meccanismi di governance della conferenza delle Regioni non sono in grado di recepire la pluralita' delle posizioni". Cosi' in una nota Giacomo Milillo, segretario nazionale della Fimmg (Federazione italiana medici di medicina generale).
"La conferenza delle Regioni- prosegue Milillo- fra l'altro non e' prevista ne' da leggi ne' dalla Costituzione, prevedendo il nostro ordinamento la sola conferenza Stato-Regioni. La conferenza delle Regioni o quella degli assessori alla sanita' potrebbe essere considerata una libera associazione, del tutto paragonabile ad un sindacato delle giunte regionali, che come tale ha finito per comportarsi. Lo sciopero di domani e' nazionale, e ci dispiace che regioni come la Campania, le Marche e la Toscana, cosi' come altre regioni che sappiamo su posizioni simili, sebbene non siano intervenute pubblicamente nel dibattito, debbano subire gli effetti di una campagna di protesta e di uno sciopero che avrebbe potuto essere evitato se in Conferenza fosse prevalsa la loro opinione. E' scontato che in queste regioni la Fimmg continuera' a collaborare, ma oggi deve battersi perche' in tutto il Paese, attraverso l'accordo collettivo nazionale- conclude- siano poste le basi di una collaborazione concreta, produttiva e innovativa".
(Com/Cds/Dire)