(DIRE) Roma, 13 mag. - "Noi possiamo contare non solo sull'esperienza del nostro caso, ma su tutta l'esperienza di tutti gli altri 22 casi che sono stati rimpatriati e assistiti in Europa e negli Stati Uniti". Cosi' Giuseppe Ippolito, direttore scientifico dello Spallanzani di Roma, a margine della conferenza stampa organizzata dall'Istituto nazionale per le Malattie Infettive per riferire sulle condizioni dell'infermiere italiano di Emergency risultato positivo al test di Ebola.
Per quanto riguarda l'utilizzo di plasma dei pazienti guariti dal virus, "stiamo considerando sempre all'interno del circuito internazionale- ha proseguito Ippolito- per la gestione dei pazienti fuori dall'Africa. Quanto ad un eventuale contagio, invece, non c'e' nessuna prova, come in gran parte degli oltre 800 operatori sanitari che si sono infettati con Ebola in questi mesi". L'infermiere era tornato a Sassari ma, come ha spiegato ancora il direttore scientifico dello Spallanzani, "il rischio che possa aver contagiato altre persone in Italia, e in particolare in Sardegna, e' assolutamente trascurabile. Intanto oggi il dottor Guerra, direttore generale della Prevenzione, che si trova in Sardegna, sta facendo la valutazione dei contatti e degli esposti".
Ma il personale di Sassari era preparato a questo tipo di emergenza? "Era preparato come tutta la rete delle malattie infettive del Paese- ha risposto Ippolito ai giornalisti- che conta un sistema molto ben organizzato dove tutti sanno gestire l'emergenza. Noi speriamo davvero che questo sia servito ad evitare che ci siano persone esposte. Ora vedremo cosa ci dira' il dottor Guerra appena tornera'". In questo senso, intanto, si conferma "fondamentale la formazione- ha tenuto a sottolineare ancora il direttore scientifico dello Spallanzani- ma fondamentale sarebbe anche un investimento, per mantenere una rete di malattie infettive che non puo' essere una rete in utile economico, come qualcuno pensa, perche' e' come avere i vigili del fuoco per difendere il Paese".
Ippolito ha fatto infine sapere che per questo nuovo caso il team dello Spallanzani sara' composto "esattamente come la scorsa volta, quindi da medici e infermieri volontari, con un grande team di supporto logistico- ha concluso- organizzato dal dottor Antonio Russo".
(Cds/Dire)