(DIRE) Roma, 29 lug. - Non e' buono il rapporto tra camici bianchi e medicina difensiva. Secondo una ricerca condotta dall'Ois (Osservatorio internazionale della sanita'), realizzata in collaborazione con l'Omceo di Roma, ben il 78,9% dei medici italiani ha paura di incorrere in una controversia pretestuosa. Di conseguenza, per il 72,2% degli intervistati rappresenta una necessita' tutelarsi con una polizza comprensiva della tutela legale completa. "La categoria dei medici- spiega Alessandro Solipaca, direttore scientifico dell'Ois- si dimostra molto attenta ai rischi legati all'attivita' professionale. Ben l'86,8% degli intervistati, infatti, aveva stipulato un'assicurazione gia' prima dell'entrata in vigore dell'obbligo normativo previsto per i medici del settore privato. Dato, questo, che conferma l'elevata percezione del rischio da parte dei medici e che trova riscontro nelle effettive controversie che questi sono costretti a fronteggiare nello svolgimento della professione".
Fa notare ancora Solipaca: "Il 15,3% dei camici bianchi intervistati dichiara di aver avuto, almeno una volta nella carriera professionale, una controversia con un proprio paziente: e' una percentuale elevata, se valutata dal punto di vista del professionista, ma non giustifica, da sola, i premi richiesti da alcune compagnie assicurative". Ad ogni modo e' evidente come i medici siano "spinti a stipulare un contratto assicurativo comprensivo della copertura della tutela legale (che come detto sono il 72,2%), al fine di evitare di incorrere in una richiesta di risarcimento da parte di un paziente, anche per motivi non legati alla propria responsabilita'. È questo, infatti- conclude il direttore scientifico dell'Ois- il timore maggiore di 4 medici su 5".
(Cds/Dire)