Roma, 29 lug. - Articolo tratto da "La Repubblica". "I risparmi nella sanità sono possibili, il Lazio lo ha dimostrato riducendo sensibilmente in 8 anni un disavanzo che aveva superato i due miliardi. Ma non è con un articolo di legge che si taglia la spesa altrimenti c'è il rischio di un taglio lineare. E le risorse recuperate vanno reinvestite per il miglioramento del sistema". Nicola Zingaretti, presidente della Regione Lazio, come gli altri governatori critica l'ipotesi che la spending review sanitaria possa servire a finanziare riduzioni fiscali o altri obiettivi di politica economica.
Il patto per la salute che le Regioni hanno firmato è stato tradito? "Il patto per la salute era un impegno collettivo chiaro, prevedeva che i risparmi derivanti dagli sprechi sarebbero stati investiti nella buona sanità. Il fondamento dell'accordo era legato a un impegno collettivo di collaborazione".
Il ministro della Salute Lorenzin non si è mostrata comunque del tutto contraria all'ipotesi dell'utilizzo di almeno una parte delle risorse per il taglio delle tasse .
"Sicuramente gli sprechi ci sono, sono il presidente di una Regione che è passata da 2 miliardi e 300 milioni di euro di disavanzo ai 360 milioni del 2014 all'obiettivo del disavanzo zero previsto per quest'anno. Però la grande sfida che abbiamo davanti è quella dell'innovazione, i tagli devono finanziare crescita e sviluppo. La sanità non è solo un costo, ma rappresenta l'11% della ricchezza nazionale: bisogna investire in ricerca, nell'assunzione di personale qualificato. E nella digitalizzazione: una banca dati efficiente permette non solo di risparmiare ma anche di inviduare sprechi e abusi".
Dove tagliare invece? "Riduzione delle Asl, sviluppo delle centrali di acquisto anche a livello interregionale, semplificazione amministrativa, meno medicina difensiva".
Infatti si parla di abbattere i costi dovuti a prescrizioni e ricoveri "inappropriati" stilando dei parametri nazionali, ma i medici contestano fortemente la norma.
"In Parlamento sono depositate proposte di legge che prevedono la riduzione da 10 a 2 anni dei tempi di risarcimento per danno medico. Tempi così lunghi generano dei costi ulteriori. Una legislazione nazionale di copertura dei rischi porterebbe a una riduzione molto significativa dei costi assicurativi . Però per stabilire se una prestazione sanitaria è appropriata credo non si possa prescindere da un coinvolgimento dei medici ".
Parlare di prestazioni "inappropriate" non mette a rischio la prevenzione? "La prevenzione fa risparmiare risorse e migliora la salute dei cittadini. E spesso si raggiunge anche attraverso interventi di razionalizzazione che permettono di ottenere ulteriori rispar- mi. Per esempio nel Lazio per le fratture al femore abbiamo imposto gli standard di 48 ore negli obiettivi di valutazione dei direttori generali, con risultati molto positivi: adesso la proporzione di interventi per fratture del collo del femore eseguiti entro due giorni dall'accesso nella struttura di ricovero è passata dal 31% del 2012 al 49%".
E se il governo decidesse comunque di utilizzare altrove le risorse recuperate nella sanità? "Io sono fiducioso, le parole del ministro Lorenzin a questo proposito sono state molto chiare. E poi c'è da fare un ragionamento: sapere che almeno una parte importante di questi risparmi verranno reinvestiti nella sanità sarebbe un fortissimo incentivo per tutti".
(Com/Dire)