(RED.SOC./DIRE) Roma, 23 lug. - A sedici mesi dallo scoppio dell'epidemia, l'allerta sull'Ebola e' ancora alta in alcuni paesi africani nonostante sia calato l'interesse dei media internazionali. A lanciare l'allarme Medici senza frontiere (Msf) impegnata in Guinea, Liberia e Sierra Leone con uno staff di 92 operatori internazionali e 1.760 operatori locali per combattere l'Ebola. Secondo l'organizzazione ci sono nuovi contagi in Liberia e Guinea e il rischio e' che il virus possa oltrepassare i confini con la Guinea-Bissau ed espandersi sul territorio africano. "Non possiamo diminuire l'attenzione fin quando l'intera regione non sara' libera da Ebola - afferma Joanne Liu, presidente internazionale di Msf -. L'epidemia non e' ancora sotto controllo, con nuovi casi di Ebola che si registrano ogni settimana in tutta la regione. In questa epidemia di Ebola si e' passati da una fase di indifferenza totale ad una di panico su scala globale, per passare poi da una fase di risposta concertata fino all'attuale fase di stanchezza. Dobbiamo portare a termine il lavoro". Secondo l'organizzazione, infatti, la diffusione del virus "e' ancora in atto in Guinea, Sierra Leone e Liberia, con un bilancio di piu' di 27.678 persone infette e 11.276 morti.
Nelle ultime otto settimane, il numero di nuovi casi in tutta la regione si e' mantenuto sulle 30 infezioni a settimana, un numero che in circostanze normali sarebbe considerato disastroso".
In Guinea i nuovi casi, secondo la testimonianza di testimonia Anna Halford, coordinatrice locale emergenza Ebola per Msf, vanno dagli 8 ai 12 ogni settimana. "I casi di Ebola restano non identificati per troppo tempo - spiega -. Nelle ultime 3 settimane, il 25 per cento dei casi positivi sono stati identificati solo dopo la morte del malato". Operatori sanitari e volontari all'opera da piu' di un anno per contrastare l'avanzata di Ebola non ce la fanno piu'. "Siamo stanchi - afferma Halford -, ma l'epidemia non e' finita, e non possiamo mollare fino a quando non sara' debellata completamente". A preoccupare i medici dell'organizzazione, pero', e' la recente diffusione epidemica a Boke', nel nord della Guinea dove Msf ha da poco aperto un centro per il trattamento dell'Ebola. "Questo nucleo epidemico e' preoccupante in quanto potrebbe varcare in confini della vicina Guinea-Bissau - spiega l'organizzazione -. Proprio in Guinea-Bissau Msf si sta preparando all'evenienza di affrontare casi di contagio importati, attraverso la formazione di personale medico e la predisposizione delle attrezzature necessarie per rispondere all'Ebola".
In Sierra Leone il numero di casi continua a oscillare.
Secondo Msf solo la scorsa settimana sono stati registrati 14 nuovi casi. Neanche la regione di Freetown, la capitale del paese, e' al sicuro: solo nella scorsa settimana c'e' stato un picco di 10 nuovi casi. "Il numero piu' alto di contagi da marzo", spiega l'organizzazione. Ma e' la necessita' di rimettere in piedi i servizi sanitari una delle urgenze principali per il paese. "E' chiaro che l'azione per migliorare il sistema sanitario in Sierra Leone non finira' con l'epidemia - afferma Jose Hulsenbek, capo missione MSF in Sierra Leone -. Anche prima di Ebola, la Sierra Leone soffriva una grave mancanza di personale specializzato, con un conseguente accesso limitato alla popolazione a servizi essenziali per la vita. Dopo la perdita di piu' di 220 operatori sanitari che hanno lavorato sul fronte Ebola, c'e' una reale esigenza non solo di risorse finanziarie ma anche di medici specialisti sul territorio di tutto il paese".
In Liberia, invece, dopo aver cantato vittoria il 9 maggio per aver avuto 42 giorni senza nuovi casi, torna l'incubo del virus. "Sebbene sia una situazione deludente, la nuova emergenza di Ebola in Liberia non e' del tutto inaspettata - afferma Carissa Guild, manager medico dei programmi Msf in Liberia -. Il rischio di nuovi casi esistera' fin quando il virus sara' presente nella regione". Negli ultimi giorni, infatti, il virus e' stato rilevato nel corpo di un ragazzo di 17 anni, deceduto nella periferia della capitale Monrovia e dopo poco sono stati registrati altri 5 casi. "Passare da un centinaio di casi a una trentina a settimana ha richiesto considerevoli risorse in termini di tempo e di risorse materiali. Ma portare i casi da trenta a zero richiede un lavoro ancora piu' attento e difficile - afferma Joanne Liu, presidente internazionale di Msf -. Nessuno era preparato alla portata di questa epidemia, la piu' vasta nella storia dell'umanita', ne' al fatto che sarebbe durata cosi' a lungo. Ma non possiamo diminuire l'attenzione adesso e dobbiamo insistere fin quando l'intera regione non sara' libera da Ebola".
(Redattore Sociale/Dire)