(DIRE) Roma, 22 lug. - Sempre meno ospiti nelle Rsa del Lazio dove si pagano rette tra le piu' elevate d'Italia, ulteriormente aumentate di recente a causa delle disposizioni regionali in materia di calcolo del nuovo Isee. Questa la denuncia della Uil di Roma e del Lazio che sottolinea come il nuovo Isee penalizzi ulteriormente i soggetti deboli, includendo nel computo del reddito anche i familiari.
"Il nuovo Isee- spiega il segretario generale della Uil di Roma e del Lazio, Alberto Civica- cumula i redditi del soggetto ospite con quelli dei familiari, anche se non conviventi e fissa come tetto massimo per accedere all'esenzione il reddito di 13 mila euro. Una tassa occulta che genera una vera e propria ingiustizia sociale. L'ennesima. Questa volta ai danni degli anziani, beffati non solo da tariffe regionali record, ma anche dall'entrata in vigore delle nuove misure che molti comuni stanno applicando retrodatandole al 1 gennaio di quest'anno. Gli operatori dei nostri Caf in questi giorni sono alle prese con le difficolta' oggettive del nuovo Isee, i relativi ritardi e ancor di piu' - ci raccontano - con veri e propri drammi personali: anziani che non hanno piu' rapporti con i figli che, pero', devono ugualmente essere inseriti all'interno dell'Isee, redditi minimi che aumentano improvvisamente proprio a causa del nuovo computo, la paura di essere mandati via dalle strutture".
"Ma i Comuni- spiega Civica- hanno difficolta' a reggere tali costi e sono indietro con i pagamenti, spesso agiscono d'ufficio e non intendono aprire alcun confronto.
Con tutte le conseguenze del caso".
Al costo proibitivo delle strutture si aggiunge la minaccia di riduzione del personale da parte dei proprietari delle Rsa, cui non vengono garantiti i pagamenti delle rette. "In alcune Asl della Capitale- conclude la Uil- sono state aperte nuove strutture che a oggi non hanno ricevuto alcun paziente. Altre strutture sono occupate soltanto per il 50% - 60% dei posti disponibili. Se a cio' si aggiunge il taglio al fondo sociale da parte della Regione Lazio che ha destinato alle realta' assistenziali solo 15 milioni, contro i 75 di prima e la crisi economica, con la riduzione dei redditi e delle pensioni, si comprende come le Rsa siano divenute oramai roba da ricchi. E non possiamo assolutamente permetterlo. E' un problema che riguarda migliaia di persone della nostra regione. Ma soprattutto e' un problema di civilta'".
(Mel/Dire)