(DIRE) Roma, 14 lug. - Il modello alla francese resta "ancora molto valido. Il problema, però, è che in Italia uno su 5 degli immatricolati in medicina vuole fare il medico, che è un numero anomalo. Se noi invece di 70mila studenti che aspirano a diventare medici, almeno sulla base degli iscritti al test, arrivassimo ad una massa critica fisiologica di 25mila, 30mila massimo, ecco che allora il processo della selezione annuale o biennale sui primi anni sarebbe possibile". Così Stefania Giannini, ministro dell'Istruzione, a margine del seminario 'La formazione di base e specialistica del medico in Italia: criticità e opportunità', in corso oggi a Roma presso la sala Zuccari di Palazzo Giustiniani.
Quello della formazione di base e specialistica dei medici è un tema "con molte opportunità e alcune criticità. Il governo- ha proseguito Giannini- ha affrontato fasi particolarmente complesse per la Facoltà di Medicina, ma adesso abbiamo la soddisfazione di aver iniziato un percorso che io ritengo il percorso virtuoso da sviluppare, cioè una corrispondenza il più possibile precisa tra il numero di laureati in medicina e quello dei posti in specializzazione. Per come è percepito il percorso di formazione in ambito medico, infatti, se tu ti laurei e non hai la possibilità di specializzarti è come dire che hai la patente ma non la macchina per poter esercitare la tua professionalità. Il percorso che abbiamo iniziato, allora, è un investimento per lo studente, per le famiglie e per lo Stato, oltre che un'opportunità persa soprattutto per la società".
Il ministro dell'Istruzione ha quindi ricordato che "a febbraio 2014, quando siamo entrati al governo, le borse di studio a disposizione erano 3.300 mentre quest'anno sono 6.500. È stato uno sforzo gigantesco- ha sottolineato- e lo dico con molta serenità, perché raddoppiare quasi il numero delle borse significa raddoppiare anche i fondi; quindi parliamo di decine e decine di milioni di euro da mettere poi a regime. Ciò significa che quest'anno, a fronte di circa 13.500 iscritti, ci sarà grosso modo la possibilità di 1 medico su 2 di avere una borsa di studio e l'ingresso nell'ambito specialistico. Si andrà così verso una formazione a ciclo unico, come accade già in molti Paesi europei. Dunque investimento, ma anche rigore nella selezione, sia all'inizio sia a metà del percorso".
Il secondo aspetto è poi quello "molto discusso e controverso dell'accesso alla Facoltà di Medicina- ha aggiunto ancora Giannini- e su questo si deve fare uno sforzo congiunto, per far sì che si riesca a coniugare anche in Italia la qualità della selezione con la massima possibilità per gli studenti di cimentarsi nella selezione. Il test così com'è funziona, anche se io ho espresso perplessità e infatti stiamo correggendo il tiro: quest'anno per la prima volta ci sarà on line (dalle 12 di oggi, ndr) un test di autovalutazione che sarà una prima bussola per gli studenti per capire se si è veramente vocati alla professione. Gli studi di medicina, infatti- ha concluso- non sono degli studi qualunque".
(Cds/Dire)