(DIRE) Roma, 17 giu. - Si terrà a Verona il 18, 19 e 20 giugno 2015 il primo congresso congiunto nazionale A.I.S.G.-S.I.GLA. sul glaucoma. Per la prima volta le due società scientifiche, l'Aisg (Associazione Italiana Studio del Glaucoma), il cui presidente è il Prof. Federico Grignolo, e la S.I.GLA (Società Italiana Glaucoma), il cui presidente è il dott. Lucio Zeppa, si ritroveranno per fare il punto sulla conoscenza e il trattamento di questa malattia. Il congresso, organizzato dal prof. Giorgio Marchini, direttore della Clinica Oculistica dell'Università di Verona, sarà una manifestazione scientifica di grande rilevanza, la più importante nel campo specifico a livello nazionale, che costituisce un elemento di richiamo e riferimento per tutti gli oculisti italiani. Per la prima volta gli esperti italiani si riuniscono per aggiornare gli oculisti sulle novità e per discutere sugli argomenti ancora controversi che riguardano il glaucoma, al fine di unire le forze per migliorare la ricerca e uniformare i comportamenti diagnostici e terapeutici.
Il glaucoma è una delle tre principali cause di cecità, sia assoluta che legale, nel mondo occidentale. E' provocata generalmente da un aumento della pressione intraoculare, che porta gradatamente negli anni alla perdita della vista in modo irreparabile, danneggiando il nervo ottico e riducendo progressivamente il campo visivo. Il 3% della popolazione generale al disopra dei 40 anni di età è affetta da glaucoma. La forma più diffusa di glaucoma, il cosiddetto glaucoma primario ad angolo aperto, colpisce il 1.5-2% della popolazione e non dà alcun sintomo, e per questo viene suggestivamente definita come "il ladro silenzioso della vista".
"Uno studio epidemiologico condotto in Italia alla fine degli anni 90- spiega il prof. Giorgio Marchini, direttore della Clinica Oculistica dell'Università di Verona e organizzatore di questo congresso- rivela che il 73% delle persone risultate colpite da questa malattia non sapeva di esserne affetta. Il glaucoma rappresenta quindi una malattia con una rilevante importanza sociale, in cui la prevenzione gioca un ruolo fondamentale. L'educazione della gente alla necessità di sottoporsi dopo i 40 anni ad una visita oculistica periodica (ogni 1-2 anni), che comprenda la misurazione della pressione intraoculare e un esame del nervo ottico, consentirebbe di individuare la grande maggioranza delle persone affette, renderebbe la cura di questa malattia più efficace e avrebbe risvolti sulle risorse della sanità pubblica non indifferenti".
"Il contributo dei ricercatori italiani a migliorare la conoscenza del glaucoma- prosegue il prof. Marchini- è stato ed è rilevante. Si può affermare che non c'è campo specifico nella ricerca su questa malattia che non veda gruppi Italiani impegnati con successo: identificazione di nuovi markers per una diagnosi precoce, sviluppo e implementazione di nuove tecnologie sempre più sofisticate, validazione e verifica di nuove terapie mediche, laser e chirurgiche (sempre meno invasive) fino all'ideazione di modelli riabilitativi del sistema visivo basati sulle nanotecnologie. Su tutti questi argomenti l'Italia è in prima linea".
"Le organizzazioni sanitarie- osserva il Prof. Federico Grignolo, presidente A.I.S.G. e direttore della Clinica Oculistica dell'Università di Torino- sono oggi chiamate ad affrontare la sfida delle patologie cronico degenerative, e tra queste le malattie oftalmologiche che portano a ipovisione e cecità. La malattia glaucomatosa rappresenta infatti la seconda causa di cecità in Europa (20,5%), preceduta dalla degenerazione maculare legata all'età (26%) e seguita dalla retinopatia diabetica (8,9%); a livello globale la prima causa di cecità è invece rappresentata dalla cataratta. In Italia- continua Grignolo- la prevalenza del glaucoma nelle sue varie forme è stata stimata in tempi relativamente recenti, e corrisponde a circa l'1,5-2% della popolazione. Poiché il quadro clinico più comune, cioè il glaucoma primario ad angolo aperto, ha una frequenza proporzionale all'età, se consideriamo gli ultrasettantenni, parliamo di una prevalenza del 6-7%.
L'Organizzazione mondiale della sanità ribadisce con insistenza che l'ipovisione-cecità, data la sua drammaticità, costituisce un problema prioritario per i Servizi sanitari di tutti i paesi e, siano essi in via di sviluppo o industrializzati, li invita a organizzare programmi di intervento non solo a livello preventivo/terapeutico ma anche e soprattutto di riabilitazione. Nel congresso congiunto AISG-SIGLA verranno approfonditi questi aspetti ed anche, soprattutto, le possibilità di trattamento".
"Sin dai tempi di Ippocrate- dichiara il dott. Lucio Zeppa, presidente S.I.GLA. e direttore della Clinica Oculistica dell'ospedale Giuseppe Moscati di Avellino- pur non conoscendone la causa, con la parola glaucoma si indicava il colore ceruleo degli occhi delle persone affette da cecità per questa malattia. E' una malattia caratterizzata dall'aumento della pressione dell'occhio che provoca gravi danni a carico del nervo ottico: il nervo deputato alla trasmissione delle immagini dall'occhio al cervello. Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità 55 milioni di persone nel mondo ne sono affette e di queste circa 25 milioni hanno perso totalmente o in parte la vista. In Italia è stato stimato che approssimativamente 1.600.000 persone soffrono di glaucoma. Questa malattia è stata definita il "ladro silenzioso della vista" perché non dà segni di se fin quando i gravi e irreversibili danni visivi non si manifestano. In Italia, infatti, circa 800.000 persone non sanno di esserne affette. Il Congresso congiunto A.I.S.G.-S.I.GLA. sul Glaucoma- conclude Zeppa- costituisce un'occasione importante per dimostrarci uniti nella comune battaglia contro tale grave ed invalidante affezione. Durante il Congresso infatti saranno affrontate tutte le problematiche inerenti tale patologia: dalla diagnosi precoce alle più avanzate terapie mediche e chirurgiche".
"Il provvedimento principale da attuare per curare il glaucoma- spiega il prof. Marchini- è abbassare la pressione intraoculare fino a quel livello che è in grado di rallentare e arrestare la sofferenza e la perdita di fibre del nervo ottico. Questo è possibile utilizzando dei farmaci in collirio, anche più farmaci combinati fra loro, oppure specifici trattamenti laser e interventi chirurgici, tutti finalizzati sempre a ridurre la pressione intraoculare. Da non molti anni si stanno poi studiando anche altre terapie, mirate a proteggere il nervo ottico ed ottenere quella che viene definita come "neuroprotezione". In questo nuovo settore terapeutico abbiamo finora farmaci non molto efficaci, ma la ricerca è promettente. Se si riesce poi ad abbassare la pressione intraoculare in modo molto efficiente, è anche possibile un modesto recupero della funzione. Questa cosa è sempre stata considerata non possibile, ma i dati recenti sembrano poterla confermare, anche se in misura ridotta".
(Wel/ Dire)