(DIRE) Roma, 8 giu. - La popolazione invecchia e il welfare ha bisogno di risorse. Almeno 12 miliardi di euro, "per coprire le spese della lungodegenza e della non autosufficienza". Per questo le strutture private di cura per gli anziani rilanciano la proposta di un fondo per la non autosufficienza unico a livello nazionale, alimentato dai lavoratori pubblici e privati. Lo spiega Alberto De Santis, presidente di Federsalute-Confcommercio e dell'Anaste, l'associazione che riunisce appunto le imprese private di assistenza agli anziani e che a Bologna ha organizzato un convegno proprio sulla sostenibilita' del welfare. "Nel 2011- ricorda De Santis- abbiamo proposto l'istituzione del fondo per la non autosufficienza unico a livello nazionale, a costo zero per lo Stato", alimentato grazie alla "rinuncia di un giorno di ferie da parte dei dipendenti pubblici, privati e autonomi.
Un'idea che abbiamo mutuato dalla Germania, che da 20 anni funziona in questo modo- sottolinea De Santis- abbiamo fatto anche un sondaggio tra i dipendenti, non c'e' nessuno che non lo vuole fare".
Dal 2011 pero' "non se n'e' occupato nessuno", lamenta De Santis, che ha intenzione di fare "pressioni sul ministro. Fu fatta anche una proposta di legge, rimasta nel cassetto con il cambio veloce di vari governi". L'Anaste si appella al deputato Pd Giuseppe Fioroni, perche' "la riporti in auge. Lo auspichiamo, perche' non essendoci i fondi il problema comincia a diventare pressante". Le case di cura private per anziani chiedono anche "una rivisitazione della legge 104 e delle indennita' di accompagnamento" con un limite a seconda del reddito: "300 euro a chi percepisce 1.800 euro, 600 nelle fasce intermedie e 1.200 euro alle persone con la pensione sociale- spiega De Santis- consentendo cosi' una vita dignitosa e decorosa".
(Wel/ Dire)