(DIRE) Roma, 8 giu. - Vaccinarsi non sono ci permette di evitare gravi malattie ma consente di far risparmiare al nostro Sistema sanitario un vero e proprio tesoretto. A dirlo e' la Sip, Societa' Italiana di Pediatria, che oggi a Roma ha presentato i dati sui vaccini in Italia e negli Usa. "Quando si parla dei presunti rischi delle vaccinazioni, oggi smentiti da tutti gli studi e le ricerche scientifiche svolte in varie aree del mondo, si dimentica che questo e' l'unico strumento per impedire la diffusione di malattie infettive gravi e a volte mortali", ha detto Giovanni Corsello, presidente della Societa' Italiana di Pediatria. Secondo i dati elaborati da Alberto Villani, vicepresidente Sip, i circa 150 casi di meningite da meningococco prevenibili in Italia (di cui il 10% mortale) costano al sistema nazionale tra i 17 e i 21 milioni di euro, mentre per le forme piu' gravi si puo' arrivare a 47 milioni di euro. "I vantaggi economici sono fuori discussione", ha sottolineato Paolo Bonanni, ordinario di Igiene dell'Universita' degli Studi di Firenze, "abbiamo calcolato che solo per il vaccino monovalente per la varicella ogni euro investito ne fa risparmiare piu' di tre in termini di costi per la societa'". In Italia solo poco piu' della meta' delle Regioni offre il vaccino per la varicella gratuitamente. "Non ha senso lasciare una parte della popolazione pediatrica coperta e l'altra no", spiega Bonanni, "anche perche' questo genera dei problemi come lo spostamento dei contagi verso l'adolescenza".
Quest'anno l'effetto negativo del ritiro di alcuni lotti di vaccini per l'influenza ha determinato un calo nelle vaccinazioni. "Abbiamo avuto il 30 per cento in meno di bambini che si sono vaccinati. Questo ha causato un aumento di casi gravi e di ricoveri per complicanze legate all'influenza negli ospedali", ha confermato Susanna Esposito, direttore dell'Unita' di Pediatria ad Alta Intensita' di Cura della Fondazione Ca' Granda di Milano. "Nel resto del mondo, invece, si vaccinano anche i pazienti sani. Negli Usa il vaccino viene fatto gia' a partire dai sei mesi di vita. In Finlandia immunizzano dai sei mesi ai tre anni, e in Gran Bretagna dai 4 ai 10 anni di eta'".
Come ha spiegato Alberto G. Ugazio, direttore del Dipartimento Medicina Pediatrica dell'Ospedale Bambino Gesu', "i dati relativi alla vaccinazione dell'MPR (morbillo, parotite, rosolia) mostrano che in quasi tutte le regioni del Sud (con l'eccezione della Puglia e della Basilicata) i tassi di copertura vaccinale sono ben al di sotto del 90%, mentre al Nord sono mediamente al di sopra (con l'eccezione di Trentino e Val d'Aosta)". Per Giovanni Corsello "queste disparita', che colpiscono il diritto dei bambini a essere protetti da malattie infettive, sono contrarie del dettato costituzionale. Noi riteniamo che il federalismo vaccinale debba finire e si debba arrivare a un calendario vaccinale unico e a un'offerta vaccinale omogenea su tutto il territorio nazionale".
Al congresso organizzato dalla Sip, ha partecipato anche Louis Bell, capo della divisione di Pediatria del Children's Hospital di Philadelphia: "I benefici dei vaccini negli Usa tra il 1994 e il 2013 sono stati calcolati in 322 milioni di casi prevenuti, 21 milioni di ricoveri evitati e 732mila morti risparmiate. In termini economici i vaccini hanno permesso di risparmiare 295 miliardi di costi diretti e 1,38 trilioni di dollari di costi indiretti". Secondo uno studio di Charlotte Moser del Children's Hospital, i 107 casi di morbillo del 2011 hanno avuto costi indiretti stimati tra i 2,8 e i 5,5 milioni di dollari.
Un'epidemia di meningococco oltreoceano puo' invece costare invece tra 320 e 620 mila dollari. "Per cercare di convincere i genitori a vaccinare i figli", spiega Bell, "bisogna essere appassionati nel descriverne i benefici e i profili di sicurezza, sapendo che le preoccupazioni principali riguardano il rischio di autismo e quello di sovraccaricare il sistema immunitario".
(Wel/ Dire)