(DIRE) Roma, 26 feb. - "Abbiamo letto di recente articoli di giornale in cui lei commentava i dati Istat sull'occupazione e prometteva: 'Con noi 100mila posti in piu''. E i nostri posti, in tutto questo, dove si collocano? Per ora siamo in 160 a chiedere il suo aiuto, in coerenza con cio' che ha gia' fatto per il caso Ilva, Lucchini-Piombino, Ast-Terni, Termini-Imerese e Elettrolux". Dopo il 'funerale' davanti a Montecitorio, ora arriva anche una lettera spedita all'indirizzo di Renzi. I lavoratori del Gruppo Garofalo, che operano nell'ambito delle storiche strutture sanitarie private accreditate del Lazio (Aurelia Hospital, Casa di Cura Citta' di Roma, European Hospital, Casa di Cura Neuropsichiatrica Samadi, Hospice S.
Antonio), si giocano cosi' un'altra carta per evitare i 160 licenziamenti collettivi, annunciati lo scorso novembre dalle aziende per le quali prestano servizio, a causa dei tagli lineari operati dalla Regione Lazio.
"Dopo aver bussato inutilmente alla porta del presidente Zingaretti e del ministro Lorenzin- si legge nella lettera inviata al premier- ricorriamo a lei perche' ci ha fatto credere in un'Italia migliore. Oggi rischiamo di perdere il nostro lavoro e da cittadini/contribuenti vediamo che i fondi per la sanita' nel Lazio vengono tagliati alle prestazioni salvavita, quelle che noi da oltre 50 anni eroghiamo nei confronti dei pazienti acuti, e non vengono invece ridotte a chi opera in settori della sanita' che non sono certo indispensabili per la sopravvivenza. Perche'? Quali sono i criteri?". Secondo i lavoratori del Gruppo Garofalo, per ora l'unica alternativa e' quindi "la morte del paziente". Non solo: "Senza il suo intervento risolutivo- scrivono ancora a Renzi- i posti a rischio nella sanita' privata accreditata del Lazio saranno 2mila".
Quello che gli preme sottolineare, poi, e' la questione riguardante l'European Hospital, al quale, si legge ancora nella lettera, "e' stato impedito dalla Regione Lazio di accogliere nel reparto di cardiochirurgia pazienti urgenti rispetto ai quali gli altri ospedali della Regione chiedevano disponibilita' di posto letto. A questi ospedali la Regione ha imposto per iscritto di non inviare pazienti all'European Hospital. Ciononostante- spiegano- data la carenza del sistema, le richieste di ricovero urgente sono continuate ad arrivare alla struttura del Gruppo Garofalo". Punto di riferimento per le emergenze di tutto il litorale Laziale, all'Aurelia Hospital "la Regione ha deciso di tagliare i posti letto destinati alle situazioni piu' critiche. Tutto cio' ha un senso- si chiedono i lavoratori- in un momento in cui cio' di cui si ha bisogno sono proprio le disponibilita' nei pronto soccorso? Sarebbe quindi sbagliato, secondo lei, pensare che ad alcune istituzioni non interessa ne' la sorte di noi lavoratori, ne' quella dei cittadini in pericolo di vita?".
Prosegue la lettera: "Abbiamo chiesto tavoli di confronto ed iniziative a tutela dei nostri posti di lavoro e non solo non abbiamo ricevuto risposte, ma nessuno ha voluto neppure aprirci lo spiraglio di una porta per accoglierci e quantomeno ascoltarci. Ci chiediamo: nonostante i nostri sacrifici, nonostante il nostro impegno, nonostante la nostra voglia di crederci ancora, quando non siamo in prossimita' di una campagna elettorale, valiamo tanto poco da non meritare nemmeno il rispetto dell'interlocutore?". Infine, un grazie al presidente del Consiglio Matteo Renzi, concludono, "per il tempo che ci vorra' dedicare".
(Cds/Dire)