Roma, 24 feb. - Articolo tratto da "La Repubblica". La crisi della sanità privata in convenzione si vede, attraversa piazze e strade. Ieri a Montecitorio c'è stato un funerale (simulato) con tre bare (vere), una per ciascuna clinica del gruppo Garofalo (Aurelia hospital, Città di Roma ed European hospital) che ha avviato le procedure per 160 licenziamenti. Nelle stesse ore, in piazza Irnerio, duecento dei 1.400 del gruppo Idi ("Dermopatico", San Carlo, Villa Paola, Idi Farmaceutici e due Rsa), hanno animato un sitin contro l'annuncio di possibili "esuberi" nell'incontro di oggi tra i sindacati e i nuovi proprietari (fondazione Padre Monti: Vaticano, 55%; Sansavini, 35%; Figli dell'Immacolata Concezione, 10%). Anche il San Raffaele minaccia licenziamenti se non saranno remunerate le prestazioni assicurate.
Senza controlli preventivi, però, la Regione non può liquidare un centesimo dopo il pronunciamento della Corte dei conti sul danno erariale (un centinaio di milioni) provocato dal gruppo degli Angelucci. Il Fatebenefratelli ha consegnato in tribunale il Piano di riorganizzazione chiedendo il concordato preventivo, l'accordo con i creditori per evitare il fallimento. Così, con natura e sviluppi diversi, la crisi delle imprese più grandi dà affanni ai dipendenti e preoccupazioni a sindacati, amministratori e managers. ½Il fallimento di un modo di fare impresa viene scaricato ora sui lavoratori », commenta dalla Cgil, il segretario regionale della Funzione pubblica, Natale Di Cola, ½il sindacato non starà a guardare: ognuno si assuma le proprie responsabilità». Anche per le cliniche minori, quelle con meno di 60 posti letto, si annunciano ristrutturazioni: entro quest'anno dovranno ampliarsi, accorparsi, per non essere tagliate fuori dagli accreditamenti.
½Il Piano di rientro dal deficit », spiega Alessio D'Amato dalla Cabina di regia per la Sanità regionale, ½ha imposto regole stringenti: non si può riconoscere un centesimo in più di quelli previsti da budget, contratti di accreditamento e sanciti dal Piano di riordino degli ospedali».
½Quest'anno», continua, ½il Lazio, che con la Lombardia è la regione con la concentrazione più alta dei centri sanitari privati, subirà gli effetti della riduzione di 350 milioni del fondo sanitario nazionale».
(Cds/Dire)