(DIRE) Roma, 17 feb. - "Il sistema sanitario regionale del Lazio e' ormai una vergogna, medici e cittadini sono esasperati e il presidente della Regione, Nicola Zingaretti, continua a non ascoltarci. Per protestare contro questo atteggiamento irresponsabile e denunciare pubblicamente la situazione drammatica in cui non siamo piu' disposti a lavorare, scendiamo in piazza il 13 marzo per far sentire la nostra voce". Lo afferma il segretario regionale Cimo Lazio, Giuseppe Lavra, annunciando la giornata di sciopero di venerdi' 13 marzo di Cimo Lazio, unitariamente con Anpo, Ascoti, Fials medici, Cimo Fassid (aipac - aupi - simet - sinafo - snr), Fedir sanita' - Fesmed e Ugl medici.
Lavra, nell'annunciare la mobilitazione, denuncia il "clima di esasperazione determinato dal comportamento del governo regionale, cinico e irriguardoso dei bisogni di assistenza dei cittadini e delle istanze dei legittimi rappresentanti dei medici" e spiega i motivi principali dello sciopero: "Circa 1.000 medici precari sfruttati da anni per assicurare i servizi essenziali del Ssr3, i Pronto soccorso del Lazio in cui si lavora in condizioni disumane, l'insufficienza drammatica di dotazioni organiche nei servizi, il deficit della sanita' che e' tornato a crescere di circa 20 milioni di euro nel 2013, le 'case della salute' e le 'unita' di degenza infermieristica', soluzioni solo demagogiche e fittizie e per nulla risolutive. Per non parlare dei tagli di personale e del graduale smantellamento degli ospedali pubblici a favore delle strutture private e accreditate con conseguente rischio professionale inaccettabile che gli operatori sono costretti ad assumersi. Davanti ai ripetuti tentativi di avere delle risposte e di incontrare il governatore per esporre le nostre ragioni e offrire alcune soluzioni, siamo costretti a proclamare questo sciopero per farci ascoltare".
(Com/Mel/ Dire)