Roma, 7 apr. - Articolo tratto da 'Redattore Sociale'. Estendere il trattamento sanitario obbligatorio ai pazienti con gravi disturbi del comportamento alimentare che rischiano la vita, imponendo quindi la nutrizione al fianco di tutte le cure psicologiche e psichiatriche necessarie. Va a modificare la legge 833/78 (in particolare all'articolo 34) la proposta di legge d'iniziativa della deputata Sara Moretto, depositata alla Camera. "Le persone con anoressia nervosa hanno una mortalita' tra le 5 e le 10 volte maggiore di quella delle persone sane della stessa eta' e sesso- riferisce Sara Moretto- Secondo la letteratura scientifica va incontro a morte il 6 - 10% delle persone affette da anoressia, almeno la meta' di queste morti e' conseguenza della malnutrizione e delle sue complicanze".
I Dca (con gli svariati quadri clinici come anoressia nervosa, bulimia nervosa, disturbo da alimentazione incontrollata) sono patologie psichiatriche molto diffuse: nella popolazione generale sopra i 18 anni e di sesso femminile si registrano tassi di prevalenza dello 0,9% per l'anoressia nervosa, dell'1,5% per la bulimia nervosa e del 3,5% per l'alimentazione incontrollata.
Come riferiscono gli esperti, sono in aumento i casi "ad esordio precoce", che riguardano cioe' bambine e bambini, i quali sono a rischio maggiore di danni permanenti dovuti alla malnutrizione.
"La normativa attuale prevede l'erogazione di cure in regime di obbligatorieta', ma non vi e' nessuna menzione sull'obbligo dei trattamenti nutrizionali - evidenzia la deputata Moretto -. Nei casi in cui questo venga disposto, i servizi psichiatrici di diagnosi e cura non risultano dotati di competenze nutrizionali (competenze talvolta neppure reperibili in ospedali di piccole dimensioni), mentre i reparti di internistica non sono dotati delle necessarie misure di sicurezza e competenze per gestire i pazienti oppositivi. Ne risulta che i trattamenti obbligatori finalizzati anche alla cura delle complicanze organiche del rifiuto a nutrirsi, seppur spesso assolutamente salva vita, nel nostro Paese non vengono erogati".
La proposta di legge punta a sanare questa mancanza: in particolare si parla della presa in carico dei pazienti presso i servizi psichiatrici di diagnosi e cura delegati a questa forma di trattamenti in ogni regione; inoltre, i ricoveri dovranno essere gestiti da una e'quipe multi professionale composta da psichiatra, esperto in nutrizione clinica e pediatra. I servizi ospedalieri e i reparti nei quali possono essere effettuati i Tso devono essere individuati dalle Regioni entro 60 giorni dalla entrata in vigore della legge, secondo il modello organizzativo dei servizi sanitari regionali "hub and spoke" .
"In alcuni territori il trattamento obbligatorio per questo tipo di pazienti gia' si pratica, ma cio' avviene in base a scelte di singole Asl o medici - commenta la deputata firmataria della proposta -: manca una norma di carattere generale, e questo e' lo scopo della proposta di legge, affinche' le famiglie possano trovare risposte uniformi in tutti i territori". Intanto per illustrare la proposta si prevede una conferenza stampa a Montecitorio con esperti sanitari e associazioni dei familiari, mentre si attende il passaggio del testo in Commissione.
(Com/Dire)