Roma, 9 set. - Articolo tratto da "La Repubblica". Una donna nigeriana di 40 anni è ricoverata all'ospedale di Civitanova con sintomi riferibili alla febbre emorragica. La paziente era tornata dal proprio Paese una settimana fa. La diagnosi non è stata ancora confermata ma la donna, a scopo precauzionale, è stata trasferita in isolamento nel reparto malattie infettive all'ospedale regionale di Torrette, ad Ancona. Attivato il protocollo di sicurezza, è stata sottoposta ad analisi: i campioni sono stati inviati all'istituto Spallanzani di Roma, centro di riferimento nazionale per l'Ebola. Entro domani sarà possibile escludere o meno la positività al virus.
E mentre negli Stati Uniti un ospedale di Atlanta si appresta a trattare il suo terzo paziente di Ebola, Barack Obama ha promesso alle Nazioni Unite maggiori aiuti dagli Usa per contenere l'epidemia in Africa occidentale. Lo rende noto la Casa Bianca, affermando che il presidente ha espresso il suo impegno ieri sera nel corso di una telefonata con il segretario generale Ban Ki-moon. In precedenza Obama aveva dichiarato che l'epidemia è una priorità per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti e che le forze militari statunitensi aiuteranno ad allestire unità per l'isolamento dei pazienti e proteggeranno il personale medico.
"L'obiettivo è quello di fermare la diffusione nei Paesi colpiti entro sei-nove mesi, e prevenire la diffusione internazionale del virus. Tale risultato può essere raggiunto solo se vi è una mobilitazione urgente e necessaria sia nei Paesi colpiti che in tutta la comunità internazionale", ha detto Ban.
Sempre negli Usa il mese scorso, due operatori umanitari contagiati in Liberia, sono stati trattati con successo presso l'Emory University Hospital. Un altro paziente, un medico americano, è stato invece curato in Nebraska. Ieri l'Organizzazione Mondiale della Sanità ha detto che uno dei suoi medici, al lavoro in un centro di trattamento di Ebola in Sierra Leone, è risultato positivo alla malattia. L'epidemia di Ebola in Africa occidentale ha già ucciso più di duemila persone (2.097) su un totale di quasi quattromila casi.
(Cds/ Dire)