Roma, 4 set. - Articolo tratto da "Quotidiano Sanità". Massimo 10 nati per donatore, però la coppia che ha già avuto un figlio da eterologa potrà averne altri sempre dallo stesso donatore. E gli interventi saranno inseriti nei Lea. Ma con un limite: saranno a carico del sistema sanitario solo per le donne che non superano i 43 anni di età, tutte le altre in 'età fertile' dovranno mettere mano al portafogli. E ancora, la donazione di gameti è consentita ai soggetti di sesso maschile di età non inferiore ai 18 anni e non superiore ai 40 anni, e ai soggetti di sesso femminile di età non inferiore ai 20 anni e non superiore ai 35 anni.
Sono queste alcune delle direttive dettate nel documento tecnico per l'introduzione della fecondazione eterologa in Italia, approvato oggi all'unanimità, seppur con qualche piccola modifica, dalla Conferenza delle Regioni, convocata in via straordinaria per colmare il vuoto legislativo dopo la sentenza della Corte Costituzionale che ha dichiarato l'illegittimità del divieto di eterologa imposto per 10 anni dalla legge 40/2004. Un documento nato sul solco della delibera approvata dalla Regione Toscana nel luglio scorso le cui direttive saranno recepite dalle Regioni con delibera di giunta regionale o con specifico provvedimento regionale. Regioni che, come si legge nelle premesse del documento, in assenza di una decisione del Governo "hanno condiviso la responsabilità di fornire direttive operative ed indicazioni cliniche omogenee al fine di rendere immediatamente esigibile un diritto costituzionalmente garantito su tutto il territorio nazionale, dimostrando capacità di governance nazionale".
"Un deciso passo in avanti per rendere effettivo l'esercizio di un diritto che è di tutti i cittadini" ha sottolineato già nella giornata di ieri il presidente della Conferenza delle Regioni, Sergio Chiamparino, che ha rimarcato il suo apprezzamento per il lavoro svolto dalla Commissione e dagli assessori alla sanità di tutte le Regioni. Rimane ora da definire la questione economica, ha ricordato, che sarà affrontata con il ministro Beatrice Lorenzin.
Quali sono le direttive dettate dalle Regioni? Il documento indica punto chi sono i soggetti candidabili alla donazione e i criteri per la loro selezione, quali sono i test di screening per il controllo dei donatori. Si prevede la creazione di un registro regionale pre la tracciabilità del donatori/nati. I donatori rimarranno anonimi anche se, in caso di esigenze mediche del nato si potrà risalire alle informazioni sugli aspetti genetici del donatore. E ancora, i donatori devono impegnarsi a donare solo in una Regione e non potrà essere selezionata la 'tipologia' fatta salva l'indicazione ai centri di garantire eccessive disparità tra le caratteristiche della coppia che accede al trattamento e quelle del donatore. In sostanza, il nato da fecondazione eterologa per quanto possibile manterrà lo stesso fenotipo della coppia ricevente in relazione al colore della pelle, dei capelli e anche rispetto al gruppo sanguigno.
Il bimbo nato da fecondazione eterologa avrà la possibilità di chiedere di conoscere l'identità del padre o madre biologici una volta compiuti i 25 anni di età: a questo punto il donatore sarà ricontattato e, se lo decide, potrà rivelare la propria identità.
(Cds/ Dire)