(DIRE) Roma, 30 ott. - "Per l'eta' delle donne che si sottopongono alla fecondazione eterologa sarebbe meglio utilizzare le norme dell'omologa, secondo cui e' il medico che decide caso per caso, piuttosto che il limite dei 43 anni deciso dalle Regioni e che non era previsto, invece, nel mio provvedimento". Lo ha detto il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, rispondendo al question time ieri alla Camera sulle iniziative per monitorare la situazione determinata a seguito della sentenza n. 162 del 2014 della Consulta sulla fecondazione eterologa.
"Ricordo che i miei uffici hanno messo a punto un decreto per garantire sicurezza e qualita' delle procedure, ma il Governo ha ritenuto di rimettere la questione all'iniziativa parlamentare che ho gia' caldeggiato e la cui urgenza colgo l'occasione per ribadire- ha aggiunto Lorenzin- Nella proposta di legge era previsto un registro nazionale donatori, mentre non era invece previsto un limite di eta' di 43 anni per la donna ricevente".
"Il ministero sta lavorando al recepimento per via normativa delle disposizioni europee sulle cellule riproduttive- ha continuato Lorenzin- Sto anche valutando di offrire agli operatori dei documenti, sotto la forma dei posititon paper dedicati, per garantire la qualita' e la sicurezza dei centri di procreazione medicalmente assistita, anche alla luce delle imminenti regolamentazioni europee su tessuti e cellule. Quando sara' definito un quadro legislativo almeno con un registro nazionale donatori saranno avviate delle campagne specifiche su questo tema".
(Mel/ Dire)