(DIRE) Roma, 21 ott. - "Non e' detto che non avremo nessun caso di Ebola nel Lazio, cosi' come in Italia. E' una cosa improbabile ma non impossibile". Cosi' Nicola Petrosillo, coordinatore dell'unita di crisi per l'Ebola all'ospedale Spallanzani di Roma, nel corso di un'audizione in commissione regionale Sanita'.
"Sono stato all'ospedale di Lagos, in Nigeria, dove sono stati trattati dei casi di Ebola. Sono passati piu' di 21 giorni dal mio ritorno- ha spiegato ridendo- e non sono piu' contagioso".
Gia' perche' il virus "ha un'incubazione da 2 a 21 giorni" e per questo motivo alcune categorie meno di altre non possono essere considerate 'esportatrici' del virus, anche se la vulgata comune afferma il contrario: "I migranti non sono la categoria a maggior rischio- ha spiegato- Questa malattia ha un'incubazione tra i 2 e i 21 giorni e i migranti gia' solo per arrivare nei porti dai quali salpano impiegano piu' di 21 giorni".
Piuttosto "sono piu' timoroso per tutte quelle persone che vanno in Africa a prestare cure e assistenza e poi tornano, son quelle che al ritorno vanno piu' tenute sotto controllo perche' piu' a rischio. Come pure le persone che fanno viaggi internazionali anche se i 3 Paesi dove e' ancora fortemente attivo il virus Ebola, Guinea, Sierra Leone e Liberia, non hanno voli diretti con l'Italia e quindi il 'problema' si sposta sugli scali intermedi".
A proposito di aeroporti: "I servizi medici di frontiera hanno avuto tutti la dotazione necessaria per eventuali casi sospetti. E' stato costituito un canale sanitario per gli aeroporti di Fiumicino e Malpensa, mentre Pratica di Mare viene utilizzato per tutti i voli dirottati per motivi sanitari. C'e' poi una dotazione di presidi in tutte principali stazioni italiane.
Inoltre, l'aeronautica ha a disposiozne due moduli di trasporto aereo e 7 di trasporto aereo e terrestre. L'Italia e' il paese con la maggiore dotazione al mondo di moduli di trasporto".
(Mtr/ Dire)