(DIRE) Roma, 27 nov. - Le malattie reumatiche sono patologie croniche e invalidanti considerate dall'Oms- Organizzazione mondiale della sanita' la prima causa di dolore e disabilita' in Europa con conseguenti ricadute sfavorevoli sulla societa'. Si tratta di una situazione che potrebbe essere evitata attraverso processi di diagnosi precoce e trattamento adeguato resi possibili, pero', solo in presenza di una efficiente rete assistenziale reumatologica che conti sulla partecipazione e la collaborazione dei clinici, dei decisori e dei datori di lavoro.
Dal 51esimo Congresso nazionale Sir, in corso a Rimini, arriva una risposta concreta a questo problema grazie ai Percorsi diagnostici terapeutici assistenziali (Pdta) specifici per queste patologie.
"Molti dei pazienti interessati da malattie reumatiche che intaccano la funzione articolare- afferma il professore Marco Matucci Cerinic, presidente di Sir- perdono la loro capacita' produttiva e un alto numero di questi abbandona prematuramente il lavoro a causa del proprio stato di salute, in particolare chi svolge lavori manuali. Per il paziente reumatico tutto cio' ha un impatto negativo su qualita' di vita e stato finanziario".
Quindi, "intervenire tempestivamente e opportunamente e' di particolare interesse socioeconomico se si considera che le malattie reumatiche piu' invalidanti colpiscono solitamente una popolazione giovane e in eta' lavorativa e che i costi correlati alla perdita di produttivita' sono elevati- afferma Gabriella Voltan Presidente di Anmar- E', pertanto, fondamentale che la rete assistenziale preveda un percorso privilegiato per i lavoratori affetti da malattie reumatiche, gia' invalidi o ad alto rischio di invalidita' a causa del tipo di patologia dalla quale sono affetti".
L'ottimizzazione della rete assistenziale prevede il collegamento e l'integrazione tra i vari operatori e le varie strutture coinvolte nell'assistenza al lavoratore. Il nodo nevralgico della rete e' rappresentato dal centro reumatologico di riferimento, la cui distribuzione sul territorio italiano deve essere uniforme. "L'operativita' dovrebbe tenere conto di almeno un centro reumatologico facilmente accessibile con mezzi pubblici ogni 500.000 abitanti- precisa il professor Marco Matucci Cerinic, presidente di Sir- Tali centri reumatologici hanno il compito di intervenire in modo tempestivo e di avviare prontamente eventuali protocolli terapeutici previsti per la condizione clinica specifica".
Al centro reumatologico, poi, si dovrebbe collegare l'assistenza specialistica ambulatoriale, con una distribuzione quanto piu' capillare possibile per poter potenziare effettivamente l'assistenza sul territorio, al fine di creare un filtro a favore dei centri di eccellenza di reumatologia: in tal modo si evitano lunghe liste di attesa e prestazioni talvolta improprie e inadeguate.
In un momento come quello attuale in cui la necessita' di crescita impone di realizzare alti livelli di occupazione, di produttivita' e di coesione sociale, una gestione inadeguata o insufficiente dell'invalidita' reumatica di un paziente in eta' lavorativa pregiudica la ripresa economica.
Fare in modo che le persone affette da patologie reumatiche continuino a lavorare contribuisce, pertanto, a ridurre la spesa sociale collegata alle indennita', a mantenere l'efficienza lavorativa e ad accorciare i tempi necessari per la ripresa della piena attivita', nonche' a migliorare la qualita' di vita del paziente sotto tutti i punti di vista, sociale, economico, psicologico.
(Com/Wel/ Dire)