Roma, 24 nov. - Articolo tratto da 'Il Messaggero'. LA RIFORMA - Non ci sono solo i ricorsi che il ministero dell'Istruzione dovrà gestire nei prossimi mesi o le modifiche - finora semplicemente accennate - per l'accesso alla facoltà di Medicina e chirurgia. Sul tavolo c'è da preparare anche il bando del nuovo concorso di aprile per gli aspiranti specializzandi in Medicina anno 2015. E nel mezzo si piazza un riordino strutturale per le scuole e la possibilità di un doppio canale o binario per conseguire il titolo di pediatra, chirurgo o cardiologo, che chiama in causa anche il dicastero della Salute. Accantonate, solo in parte, le polemiche sulla prima selezione nazionale per gli aspiranti specializzandi in Medicina, un vespaio di malumori sembra alzarsi ancora prima della firma del disegno di legge delega, ex articolo 22 del Patto della Salute, allo studio del ministero della Sanità. A finire nel mirino l'ipotesi di creare un doppio percorso per gli specializzandi, che prevede la formazione non più solo attraverso le scuole ma mediante le strutture del Servizio sanitario nazionale. E quindi ospedali, (ma non policlinici universitari) e aziende sanitarie locali, come le Asl di territorio. La bozza del Ddl delega contempla, infatti, l'ingresso nel Ssn dei laureati in Medicina già abilitati, che ambiscono a proseguire la formazione, attraverso un inquadramento non dirigenziale e con un stipendio verosimilmente uguale a quello di un caposala e cioè di un infermiere.
I GIOVANI - Dal Segretariato italiano giovani medici, il presidente nazionale, Walter Mazzucco, non nasconde molte perplessità su una modifica che ½nei fatti potrebbe portare a specializzandi di serie A e di serie B». Pur essendo favorevoli a una ½reale applicazione del sistema di integrazione delle reti formative - spiega Mazzucco - non possiamo accettare canali paralleli che potrebbero generare una serie infinita di contenziosi». Partiamo dai primi. ½Lo specializzando che viene assunto in un'azienda del Ssn potrebbe poi essere avvantaggiato in sede concorsuale per posizioni dirigenziali all'interno della medesima azienda». Non solo, ½non è chiaro in che modo lo specializzando potràcontinuare il percorso didattico, dal momento che le scuole non impongono solo il tirocinio in reparto ma una serie di verifiche ed esami durante il percorso». In più: ½Non è certo assicurato - prosegue Mazzucco - che lo specializzando in chirurgia affidato a una determinata Asl territoriale o a un determinato ospedale si trovi poi garantito nella pratica». Infine, il capitolo retribuzioni. ½Secondo questo progetto - conclude - l'inquadramento professionale dello specializzando sarebbe lo stesso di quello usato per il personale infermieristico e, con tutto il rispetto per la categoria, possono essere percorsi equiparabili?».
IL RIORDINO - Al fianco di questo progetto, inoltre, c'è il riordino delle scuole di specializzazione in Medicina che il ministro dell'Istruzione, Stefania Giannini, dovrà licenziare, mediante decreto, non oltre il 31 dicembre come previsto dal decreto-legge 90/2014 (convertito dal Parlamento in norma) sull'efficienza della pubblica amministrazione. Il decreto ministeriale prevede una riduzione con accorpamento delle 54 scuole di specializzazione presenti in Italia. Dal prossimo anno, le scuole dovrebbero ridursi a 40 con un risparmio calcolato che permetterebbe l'attivazione di circa 800 contratti in più, oltre alla riformulazione dei percorsi didattici e alla riduzione dei corsi. Allineandosi agli standard europei, i corsi dovrebbero durare in media quattro anni, mentre per specializzazioni come chirurgia gli anni sarebbero cinque. La modifica interesserà i borsisti del concorso 2015 e gli specializzandi già al terzo anno.
(Cds/ Dire)