(DIRE) Roma, 12 nov. - "Saranno davanti alla Regione, sulla Colombo, a chiedere a gran voce che anche nel Lazio venga riconosciuto a tutti i tossicomani il diritto a cure mediche adeguate nel luogo piu' adatto, cosi' come prescritto dalla legge. A darsi appuntamento per domani sono decine di operatori di Villa Maraini, lo storico centro romano per la cura delle tossicodipendenze, e centinaia di loro assistiti accompagnati da parenti, simpatizzanti e bandiere della Croce rossa italiana e altre associazioni". Cosi', in una nota, la fondazione Villa Maraini.
"Adesso pero'- dice Massimo Barra, il medico che fondo' quella che oggi e' la Fondazione Villa Maraini onlus- la nostra attivita' e' pesantemente condizionata da alcune strutture pubbliche a livello di Regione e di amministrazione capitolina, giunte al limite di un vero e proprio boicottaggio. Solo un ostruzionismo mirato puo' infatti aver impedito fin qui alla Regione Lazio di applicare in concreto la legge nazionale antidroga che da anni ormai riconosce ai tossicodipendenti la facolta' di scegliere il luogo dove curarsi. Tanto che nel Lazio, diversamente da quanto accade nel resto d'Italia, il drogato deve ancora oggi far capo amministrativamente ai Sert del proprio luogo di residenza".
"Alle inadempienze della Regione si sommano- fanno ancora notare i manifestanti- quelle di Roma Capitale. A circa 450.000 euro ammontano infatti gli insoluti dell'Agenzia comunale per le tossicodipendenze, ente capitolino, nei confronti di Villa Maraini per prestazioni eseguite in base a regolare affidamento negli anni 2012, 2013 e 2014. Se poi nel conto si mettono anche i ritardati pagamenti si scopre che il debito accumulato a tutt'oggi dalla mano pubblica nei confronti di Villa Maraini, ammonta a 1,3 milioni di euro, una cifra pari a ben oltre la meta' dell' intero bilancio annuale della fondazione. Il venir meno di questa somma vorrebbe dire per il Centro la necessita' di licenziare la meta' dei suoi 80 operatori fra medici, psicologi e operatori sociali ex tossicomani e di ridurre nelle stesse proporzioni i servizi erogati tutti i giorni, e nell'arco dell'intera giornata, ad oltre 300 persone".
(Com/Mel/ Dire)