Roma, 28 mar. - Studiare, capire e carpire i segreti di un sistema sanitario che ha ridotto di circa la metà i posti letto in ospedale dal 1980 ad oggi, ha contenuto la spesa ed ha sviluppato una rete sanitaria territoriale efficiente e capillarmente diffusa. È stato questo il senso del convegno che si è svolto ieri nella Sala Tevere della giunta Regionale e che ha visto a confronto il sistema sanitario regionale con quello svedese. Al centro dei lavori che sono stati aperti dal presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti e dall'ambasciatore svedese in Italia, Ruth Jacoby un confronto tra il sistema sanitario svedese e le prospettive di cambiamento in atto nella nostra regione.
L'ambasciatore svedese nel suo intervento ha sottolineato che il fondo sanitario del suo paese è pari al 9 per cento del Pil, di poco superiore a quello italiano, ma che il processo di riposizionamento del sistema è avvenuto gradualmente riducendo i posti letto e sviluppando una sanità più vicina ai bisogni assistenziali cittadini. La rete ospedaliera è stata rinnovata realizzando strutture innovative in sostituzione di quelle ormai obsolete e dagli alti costi di manutenzione. Il principio che ha permesso il cambiamento e che oggi garantisce il funzionamento del sistema è quello del 'SimbyoCare' che, tradotto nella pratica quotidiana, significa che si lavora in base ad un approccio integrato alla salute e alla medicina. Seguendo questa traccia oggi quello svedese è uno dei migliori sistemi sanitari al mondo.
"Confrontarsi con chi ha già attuato, e con successo, il cambiamento che noi stiamo facendo oggi- ha detto il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti- è essenziale per centrare l'obiettivo: un sistema sanitario moderno ed efficiente.
L'esperienza svedese ci dice che spendere meno migliorando la qualità dell'assistenza è possibile. La chiave è costruire una sanità territoriale, come quella che stiamo costruendo con la rete delle Case della Salute e con la presa in carico dei pazienti affetti da malattie croniche che nel Lazio sono oltre mezzo milione. Abbiamo iniziato a percorrere questa strada da pochi mesi, verificare che in altri paesi il modello ha funzionato e funziona ci spinge ad andare avanti con sempre maggiore convinzione".
(Cds/ Dire)