(DIRE) Roma, 26 mar. - Che cos'è. La circoncisione è una delle più antiche e comuni procedure chirurgiche in ambito urologico e consiste nell'asportazione totale o parziale prepuzio, per determinare un'esposizione permanente del glande. Può essere terapeutica (se c'è un restringimento dell'orifizio del prepuzio); profilattica (come possibile prevenzione delle patologie locali); rituale (legata a motivi religiosi e culturali).
Quando nasce. Le sue origini sono antichissime e risalgono agli antichi Egizi. Nell'antichità la pratica riconosceva principalmente ragioni culturali e rituali come segno di sacrificio agli dei, affermazione della virilità maschile, auspicio di fertilità. La circoncisione perse le radici rituali per affermarsi in campo medico solo nell'Ottocento, per il miglioramento delle tecniche anestesiologiche, chirurgiche e antisettiche.
Oggi. Nel tempo questa procedura si è affermata come uno degli interventi chirurgici più frequenti e oggi si calcola che un uomo su sei nel mondo è circonciso (con forti differenze geografiche e con un trend in diminuzione). Praticamente assente in America centro-meridionale, in Cina, nel sud-est asiatico e in Inghilterra, la circoncisione si pratica in Asia centrale e occidentale, Africa e Australia, mentre è diffusa in America settentrionale (dove riguarda l'80% dei bianchi e il 45% dei neri).
Cristiani, ebrei, musulmani. La Chiesa non richiede ai suoi fedeli la circoncisione, ma la praticano i cristiani copti e abissini. Per quanto riguarda gli ebrei, si chiama 'Brit Milah' la cerimonia rituale con la quale i maschi entrano ufficialmente nella comunità per formalizzare l'alleanza tra Dio e il suo popolo eletto. Segno indelebile di distinzione, identificazione e appartenenza alla fede di Israele, la circoncisione viene effettuata sul bambino l'ottavo giorno dalla sua nascita. Anche gli adulti convertiti devono essere circoncisi. La pena per la non osservanza del precetto è l'espulsione dal popolo ebraico. Quanto ai musulmani, non c'è nel Corano alcun riferimento esplicito all'obbligatorietà della circoncisione, ma si tratta di un aspetto essenziale della religione essendo prescritta dalla Sunnah (l'insieme di norme di comportamento tratte dalla vita del Profeta Mohammed). Viene praticata generalmente tra i 7 e i 13 anni. Tale dovere viene meno quando un bambino nasce già circonciso, oppure è troppo debole, o ancora quando un uomo anziano si converte all'islam e lo impedisce la sua cagionevole salute.
Aspetti bioetici. La circoncisione eseguita per motivi religiosi rappresenta un atto medico senza finalità terapeutica. L'integrità psico-fisica del bambino viene alterata in modo permanente, ma non esiste un consenso informato valido del diretto interessato, poiché nella pressoché totalità dei casi si tratta di minorenni. Impedire, rendere difficoltosa o addirittura proibire la circoncisione può condurre il bambino e la sua famiglia ai margini della propria comunità, andando a ledere i diritti costituzionali dei genitori che devono poter educare i propri figli secondo le leggi e regole del culto di appartenenza, in pieno rispetto della libertà di religione. In questo senso, l'Art.19 della Costituzione italiana riconosce completa libertà di professare le proprie convinzioni religiose, e l'Art.30 della Costituzione italiana riconosce ai genitori disponibilità in ambito educativo. La circoncisione rituale non si può fare in strutture pubbliche a carico del SSN, perché rappresenta un atto medico ma non terapeutico e costituisce un aggravio non giustificato alla sanità pubblica. Rischiano una condanna per truffa il medico e i pazienti che si fanno circoncidere presso una struttura sanitaria pubblica (o privata convenzionata) mascherando l'intervento, puramente religioso, per un intervento terapeutico.
Aspetti sanitari in Italia. La circoncisione rituale ai neonati Ebrei continua ad essere eseguita presso strutture della Comunità Rabbinica (Sinagoga) o Ospedale Israelitico, con qualche difficoltà, soprattutto per gli adulti convertiti. Per i musulmani viene spesso eseguita in condizioni igienico-sanitarie non soddisfacenti, in attività privata con costi piuttosto alti, oppure all'estero presso i paesi di origine.
Rosanna Cerbo, segretario generale dell'Opera Karol Wojtyla Milah. 'Per gli ebrei non esistono circoncisioni clandestine: si sottopongono a tale rituale all'ottavo giorno dalla nascita e lo fanno in maniera del tutto regolare da 2mila anni a questa parte, quasi sempre in sinagoga o in situazioni più che sicure e tranquille. Il problema per gli ebrei attualmente è un altro: in tutto il mondo ebraico, sia a livello nazionale sia internazionale, si sta cercando di spostare la circoncisione sempre di più in ambito sanitario. La 'Milah', ovvero 'il patto del taglio', però, per gli ebrei ha un alto valore e deve essere fatto non da un medico qualsiasi, ma da un medico di religione ebraica, da una persona praticante oppure da qualcuno che in un certo senso sia stato 'approvato' dall'autorità rabbinica'.
Ebrei adulti. 'Esiste poi il problema degli adulti convertiti che, anche se sono rarissimi, esistono. Quando un adulto si vuole convertire alla religione ebraica deve necessariamente essere circonciso, ma questo rappresenta appunto un problema perché deve ovviamente essere fatto in ambiente sanitario'.
Musulmani. 'Il problema della clandestinità riguarda invece il mondo musulmano. Nel solo Lazio, per esempio, la popolazione musulmana supera il milione di persone e la circoncisione clandestina è ancora troppo diffusa, tenendo presente che da quelle famiglie nascono parecchi bambini e che molti di questi giovani immigrati non sono ancora circoncisi quando arrivano in Italia. Quindi un genitore che deve far circoncidere il figlio ha 3 possibilità: o di andare nel Paese di origine, ma è costoso; o di farlo in attività privata, ma è ancora più costoso; oppure di farlo in attività non clandestina'.
Leggi. 'La legge italiana permette la circoncisione rituale, ma sembrerebbe esserci quasi una contraddizione: se infatti da una parte gli articoli 19 e 32 della Costituzione italiana garantiscono al genitore la libertà di educare i figli secondo quelli che sono gli stati sociali di appartenenza, dall'altra c'è il fatto che la circoncisione, che è un atto medico ma non terapeutico, consiste in una lesione permanente poiché viene tolta una piccola parte del corpo. E questo avviene in un'età in cui, nella maggioranza dei casi, la persona non è ancora maggiorenne e dunque non in grado di dare un consenso informato valido. Questo è il problema'.
Ambulatorio. 'Nel Lazio, grazie all'ok della Regione, ora possibile fare la circoncisione rituale in totale sicurezza e a prezzi contenuti. Il Policlinico Umberto I ha infatti appena inaugurato un ambulatorio per questa pratica religiosa a partire dai tre anni di età. Per prendere un appuntamento basta chiamare il centralino dell'ospedale. L'intervento prevede l'anestesia locale e il costo si aggira intorno ai 214 euro. Per la comunità musulmana la circoncisione viene fatta il sabato mattina dal professor Monir Almansour, chirurgo musulmano; mentre per gli ebrei il martedì mattina dall'urologo Fabio Gai. Entrambi, ovviamente, hanno avuto l'autorizzazione per operare rispettivamente dal Centro di cultura islamica della Moschea di Roma e dall'Ufficio rabbinico di Roma'.
Luciana Barreca, magistrato.
Aspetti legali. 'La circoncisione è un atto medico e non può essere compiuta dal soggetto non abilitato all'esercizio della professione sanitaria, altrimenti si commette un reato. Per la circoncisione ci vuole il consenso dei genitori, ritenuto scriminante. Con il consenso, inoltre, si dimostra anche che il medico non sta facendo una menomazione ma una modificazione del fisico, dunque non sta commettendo il reato di lesione'.
Consenso genitori. 'La natura di atto medico fa sì che la circoncisione debba essere fatta da un soggetto abilitato oppure riconosciuto abilitato dalla comunità nella quale opera. Mentre laddove viene fatta, come era nei precedenti giurisprudenziali, da soggetti chiamati dai genitori, in genere connazionali oppure donne che la praticano per esempio sui tavoli delle cucine, allora in quel caso si configura il reato di esercizio abusivo della professione medica (art. 348 del codice penale) anche se c'è il consenso dei genitori. Se invece a praticarla è un medico abilitato oppure persona equiparata a medico (quindi un esercente la professione sanitaria), allora ci vuole comunque il consenso dei genitori se si tratta di minori, ma in questo caso il consenso 'scrimina' rispetto al reato di lesioni'.
Sentenze. 'L'esercizio abusivo della professione medica l'ha stabilito una sentenza della Cassazione penale, mentre il profilo del consenso dei genitori è una questione di sistema perché, trattandosi di minore, qualunque modificazione anatomica è consentita soltanto con il consenso dei genitori. Ma c'è anche un altro profilo: è stata ritenuta truffa aggravata, quindi ai danni del servizio sanitario nazionale, far passare per terapeutica quella che è una circoncisione soltanto rituale o di costume. È bene ricordare che la circoncisione è un atto medico che, quando non ha finalità terapeutiche ma soltanto religiose, non è coperto dal servizio sanitario nazionale'.
(Cds/ Dire)