(Dire) Roma, 20 mar. - In Italia la ricerca indipendente nel settore medico, ovvero quella di carattere scientifico che nasce dalla curiosità dei ricercatori e non da spinte commerciali, è precipitata del 38% tra il 2008 e il 2012. Il dato, emerso dall'ultimo rapporto dell'Aifa, preoccupa i medici della Fadoi - Società Scientifica di Medicina Interna: "La ricerca indipendente è importante- dice alla Dire il presidente nazionale Fadoi, Mauro Campanini- perché una società scientifica, attraverso questa, cerca di colmare con approfondimenti e chiarificazioni i bisogni insoddisfatti. Quello che si cerca di fare con la ricerca indipendente, infatti, è porsi delle domande ma soprattutto darsi delle risposte".
Ancora più in generale, secondo Campanini "la ricerca è fondamentale per una società scientifica e per la professione medica perché, in funzione dei dati che si riescono ad ottenere, si può modificare la pratica clinica". Qualche dato in merito? "La percentuale di ricerca no-profit in tutta la ricerca sui farmaci in Italia- spiega il presidente Fadoi- è passata dal 41,4% del 2008 al 32,3% del 2012. E dai 364 studi registrati nel 2008, si e' arrivati a 225 nel 2012. Circa il 38% in meno". Una contrazione troppo pesante per Fadoi, che dal 2007 a oggi ha promosso e completato 25 studi multicentrici sulle più importanti patologie di interesse internistico, coinvolgendo oltre 300 ospedali italiani.
Nonostante la ricerca indipendente sia garanzia di efficacia e trasparenza, nel nostro Paese rischia però l'impasse. "Devo dire che anche la ricerca 'sponsorizzata' può essere altrettanto etica- prosegue Campanini-: se fatta bene, infatti, ha altrettanta dignità dal punto di vista culturale, scientifico e morale. È chiaro, però, che quella indipendente lo è ancora di più, perché nasce da un fabbisogno che è reale e avvertito come tale da una comunità medica che- conclude- la porta avanti senza nessun condizionamento esterno".
(Cds/ Dire)