Roma, 7 mar. - La riforma delle professioni sanitarie tenta lo sprint in parlamento attraverso un nuovo testo unificato. Il disegno di legge (S. 1324) di iniziativa del ministro della salute Beatrice Lorenzin, di recente presentato al Senato, sembra infatti aspettare solo la calendarizzazione dell'esame nelle commissioni competenti (probabilmente si inizierà con gli Affari sociali).
Ma secondo alcune indiscrezioni l'attesa potrebbe essere imputata alla volontà del parlamento di riunire all'interno del ddl anche le proposte di legge dei due senatori Pd, Annalisa Silvestro e Amedeo Bianco, rispettivamente presidenti delle Federazioni nazionali degli Collegi degli infermieri e degli Ordini dei medici, che entrambi prevedono l'istituzione di un unico grande ordine delle professioni sanitarie.
In ogni caso il ddl Lorenzin (dal nome del ministro della Salute) è il risultato di due stesure governative, la seconda delle quali recepisce le osservazioni delle Regioni, che hanno rivendicato un ruolo normativo, ottenendo che una serie di atti conseguenti al ddl siano adottati attraverso lo strumento dell'Intesa o dell'Accordo Stato-Regioni. Quindi si riparte con un provvedimento che tra le altre cose prevede una riforma per le professioni sanitarie che attendono una regolamentazione da oltre sette anni. Il ddl interviene infatti su professioni affini ma regolamentate in modo diverso: gli infermieri, le ostetriche e i tecnici sanitari di radiologia medica, già aggregate in collegi provinciali e federazioni nazionali, le altre costituite in associazioni. Per le prime, quindi, si tratta di trasformare i collegi in ordini, per le seconde, di dargli una rappresentanza istituzionale.
Il disegno di legge prevede in sostanza la costituzione degli ordini degli infermieri, delle ostetriche, dei tecnici sanitari di radiologia medica e delle professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione e della prevenzione (in questo ordine rientreranno anche gli assistenti sanitari, oggi con un albo a sé). Il provvedimento poi mette sotto il controllo del ministero della salute (e non più quello della giustizia) gli ordini di biologi (accanto a quello dei farmacisti) e degli psicologi. E infine prevede la riforma degli ordini professionali sotto forma di riscrittura di parte (capi I, II, III) del dlgs 233/46 relativi agli ordini dei medici, odontoiatri, veterinari e farmacisti.
(Cds/ Dire)