Roma, 4 mar. - Morto per una polmonite ab ingestis. "Cibo nei polmoni" si legge nella denuncia. Cibo depositato nei polmoni, emerge dalla querela, a causa di un sondino naso gastrico inserito male. Ma questo, per i familiari di Sergio Samaritani, è l'ultimo di una catena di errori compiuti tra la clinica Santa Lucia e il Sant'Eugenio.
"Mio padre- si legge nella querela- quando ha fatto l'ingresso all'ospedale Sant'Eugenio era solo un soggetto cardiopatico. Non aveva polmoniti, non aveva insufficienza renale da dover esser sottoposto a dialisi e pesava 75 chili". Morì cinque mesi dopo il 23 febbraio, ridotto carne e ossa e pesando solo 25 chilogrammi.
Il figlio era sì consapevole che il padre classe 1939 non stesse bene: "A ottobre 2013 è stato ricoverato al Sant'Eugenio per l'occlusione, al 90%, della carotide destra". Tuttavia non avrebbe immaginato un esito così infausto. Errori compiuti, secondo il figlio, tra l'ospedale Sant'Eugenio e la clinica Santa Lucia. Tanto che la procura ha aperto un fascicolo per omicidio colposo, ad ora contro ignoti.
I dottori del Sant'Eugenio il 9 ottobre scorso decisero di operare il padre per l'occlusione della carotide. Un intervento a cui seguirono delle complicazioni: "Mio padre venne colpito da ischemia e polmonite". L'uomo comunque resiste, sottoposto per venti giorni a una cura farmacologica nel reparto di neurologia. Dopodiché il paziente venne trasferito alla "clinica Santa Lucia dove rimane per 25 giorni senza notare- precisa il figlio- alcun miglioramento". Anzi la situazione precipita e a metà novembre l'uomo viene trasferito d'urgenza al pronto soccorso del Sant'Eugenio. Qui pare esserci un iniziale miglioramento. E viene riportato alla clinica Santa Lucia.
Ma è nella clinica che per i parenti si sarebbe potuto verificare l'errore: "A mio padre fuoriuscì il sondino naso gastrico. A tal punto chiamavo un'infermiera che gli inserì il sondino". Infermiera che "andò via senza controllarne la giusta posizione". L'uomo venne poi trasportato al pronto soccorso del Sant'Eugenio. "Qui gli riscontrarono del cibo nei polmoni. Aveva la polmonite ab ingestis, ci dissero che non avrebbe superato la notte".
(Cds/ Dire)