Roma, 12 mag. - "E' allarme sfratto per i dentisti capitolini". A sostenerlo il presidente di Andi Roma Sabrina Santaniello.
"Colpa di una norma sull'adeguamento della classe catastale degli studi dei liberi professionisti (dentisti, avvocati, architetti, commercialisti), imposta dal Comune, in base alla legge che prevede che i Comuni "constatato il mancato classamento di unità immobiliari, richiedano ai titolari di diritti reali la presenza di atti di aggiornamento catastale", fa sapere Santaniello.
Il Comune di Roma non ha recepito quindi il Decreto del Commissario ad Acta Regione Lazio U00043 del 7 maggio 2012, che ha previsto una deroga alla "normativa di carattere urbanistico-edilizio a livello comunale" per tutti gli studi professionali operanti prima del febbraio 2007, permettendo di fatto di esercitare la propria attività in immobili con classamento di tipo abitativo. Il cambio di destinazione da uso abitativo (A2) a uso commerciale (A10) è quindi obbligatorio per il Campidoglio, ma l'Andi Roma ha fatto presente, con una lettera all'Assessore all'Urbanistica del Comune di Roma Giovanni Caudo, le difficoltà della categoria.
"A partire- scrive la Santaniello- dall'impossibilità, in molti casi, di poter effettuare l'aggiornamento catastale richiesto, data l'incompatibilità del tessuto urbanistico comunale (vedi Norme Tecniche di Attuazione del Piano Regolatore), sia gli enormi disagi economici e gestionali, date le considerevoli cifre economiche per l'oblazione".
L'Andi Roma ha stimato che su oltre 4.000 domande autorizzative nella Capitale, il 25% degli studi dentistici si trova in categoria A2 ed è quindi obbligata al passaggio in A10. Andi Roma quindi chiede un tavolo di trattativa con tutti i soggetti implicati, soprattutto i due enti Comune di Roma e Regione Lazio.
Lettera di Andi Roma all'assessore all'Urbanistica del Comune di Roma, Giovanni Caudo (Cds/ Dire)