Roma, 5 giu. - Guardia di Finanza in azione oggi a Roma, dove è stata sottoposta a perquisizione la sede dell'Agenzia Italiana del farmaco, in via del Tritone. I militari del nucleo speciale Tutela Mercati e del nucleo Frodi Tecnologiche della Gdf hanno agito su disposizione del procuratore aggiunto Nello Rossi e del pm Stefano Pesci, i magistrati che indagano su quattro dirigenti delle multinazionali Novartis e Roche, multate dall'Antitrust perché sospettate di aver creato un 'cartello' per favorire l'utilizzo di un prodotto, il Lucentis, molto costoso, al posto del meno caro Avastin nella cura della degenerazione maculare.
Questo a spese dei malati, del Servizio sanitario nazionale e delle assicurazioni private.
Nell'inchiesta sono indagate quattro persone. Le accuse ipotizzate dagli inquirenti sono: aggiotaggio, truffa aggravata ai danni dello stato e disastro doloso. Per la medesima vicenda, la Procura di Torino ha indagato Roche e Novartis per associazione a delinquere e disastro doloso.
Nella sede dell'Aifa, i finanzieri hanno acquisito documenti e delibere inerenti la vicenda. Secondo quanto si è appreso, gli inquirenti hanno come obiettivo quello di ricostruire le trattative per la definizione del prezzo di Avastin e Lucentis dal 2009 ad oggi. Il decreto di perquisizione è stato firmato dai pubblici ministeri.
Il sospetto dei pm è che ci siano state manovre artificiose dirette, anche attraverso la diffusione di notizie false e tendenziose sulle caratteristiche dei farmaci Lucentis e Avastin, ad alterare le procedure di determinazione dei prezzi da parte dell'Aifa. Poiché i prezzi scaturiscono da una contrattazione tra i produttori del farmaco e l'Aifa, la perquisizione, come mezzo di ricerca della prova, è finalizzata ad acquisire e, se necessario, a sequestrare i documenti relativi a questa interlocuzione.
A fine maggio, il ministero della Salute ha chiesto a Roche e Novartis (ma anche a Pfizer), un maxi risarcimento da un miliardo e 200 milioni di euro per i danni subiti dal Servizio sanitario nazionale a seguito dei comportamenti anti concorrenziali delle case farmaceutiche.
Richiesta di risarcimento che va a sommarsi alla multa da 180 milioni di euro comminata dall'Antitrust alle due multinazionali, da cui il 5 marzo scorso ha preso avvio l'inchiesta dei magistrati romani. Le accuse dell'Antritrust erano state a suo tempo definite da Roche e Novartis "prive di qualsiasi fondamento", con conseguente ricorso al Tar del Lazio.
A tal proposito, proprio ieri Roche ha diffuso una nota per ribadire di non aver pagato la multa inflittale dall'Antitrust e di attendere "con fiducia" la prima udienza del suo ricorso al Tar del Lazio, fissata per il 5 novembre 2014.
Nella nota, inoltre, la casa farmaceutica smentisce che, "contrariamente a quanto affermato nel comunicato stampa pubblicato sul sito del Ministero della Salute lo scorso 28 maggio", vi sia alcuna richiesta di risarcimento danni da un miliardo e 200 milioni di euro nei confronti di Roche e Novartis. "In data 30 maggio- si legge- Roche SpA ha ricevuto una comunicazione che lo stesso ministro della Salute ha qualificato come 'atto dovuto', in quanto mirata essenzialmente a interrompere il decorso della prescrizione. Pertanto, in assenza di sentenze definitive, non sono stati in alcun modo quantificati i presunti danni attribuibili a un ipotetico cartello, peraltro del tutto inesistente".
(Cds/ Dire)