Roma, 27 gen. - È emergenza all'ospedale San Camillo di Roma, nel cuore di Monteverde. A lanciare l'ennesimo allarme sui servizi offerti dal nosocomio sono le sigle sindacali Cgil, Cisl e Uil che denunciano il blocco del turnover con le conseguenti e inevitabili ricadute sul funzionamento della struttura.
Secondo i sindacati, "oltre al pronto soccorso, lo stop alle assunzioni potrebbe mettere a rischio anche l'esecuzione dei trapianti cardiaci che, nel Lazio, sono eseguiti esclusivamente nel nostro ospedale".
Al loro grido di allarme la Regione Lazio risponde che "non c'è alcun pericolo", ma la situazione resta tuttavia critica.
Andrea Fidanza della Cgil, Adriano Fiorini della Cisl e per la Uil Roberto Marrone hanno fatto sapere in una nota che "da due anni chiediamo alla Regione l'autorizzazione per l'ingresso di tre cardioperfusionisti per continuare l'attività dei trapianti, ma per ora non abbiamo avuto risposte: è impossibile che cinque tecnici possano garantire 600 interventi e i turni di reperibilità per i trapianti".
Per Francesco Musumeci, direttore del Dipartimento di Cardioscienze del San Camillo "ovviamente il blocco del turnover si fa sentire ma la Regione ci assicurato che l'organico verrà integrato per le figure mancanti, nel frattempo è stato appena inaugurato il nuovo reparto e in tre settimane abbiamo fatto tre trapianti".
Dopo il vertice con i responsabili della funzione pubblica delle tre sigle, tenuto venerdì alla Pisana, Natale Di Cola, segretario del Lazio della Fp-Cgil ha dichairato: "È vero che abbiamo avuto delle rassicurazioni sul San Camillo, ma ci aspettiamo risposte concrete e soprattutto una battaglia della Regione col governo per superare la questione turn over".
(Cds/ Dire)