Roma, 27 gen. - La sentenza. La pioggia di esposti sui malfunzionamenti e le irregolarità di gestione del policlinico Umberto I, ora, gli costa una condanna a quattro mesi di reclusione con l'accusa di tentata violenza privata. Il medico e sindacalista, in servizio presso il nosocomio romano, per anni ha portato avanti la sua battaglia per la sicurezza tra le corsie dell'ospedale a suon di segnalazioni inviate in procura e di diffide indirizzate ai dirigenti dell'azienda. Secondo il pm Attilio Pisani, però, in una circostanza l'uomo avrebbe utilizzato la denuncia come strumento di ricatto: nel gennaio dello scorso anno, il medico avrebbe suggerito al direttore generale del policlinico, Domenico Alessio, uno scambio che suonava come una minaccia.
Gli esposti. Il medico avrebbe infatti promesso di sospendere la sua martellante attività di verifica in cambio della nomina di un suo amico come consulente tecnico per i lavori di messa in sicurezza di alcuni padiglioni, sostenendo che un accordo di questo tipo "avrebbe consentito a tutti una maggiore serenità di rapporti", si legge nelle carte della procura. Alessio, però, non solo non aveva accettato la proposta, ma aveva anche denunciato il sindacalista spedendolo sul banco degli imputati del tribunale di Roma dove, al termine di un processo condotto con rito abbreviato, è stato condannato su decisione del gip Cinzia Parasporo.
A detta di Alessio, dopo la mancata intesa il medico avrebbe assunto un atteggiamento di ossessiva contestazione. Nel giro di qualche giorno aveva infatti inviato al direttore generale una lettera in cui ricordava, con fare minaccioso, la sfilza di esposti da lui presentati nel corso degli anni. Poi, aveva pubblicamente screditato l'Umberto I in una serie di interviste.
(Cds/ Dire)