Roma, 21 gen. - Inizia oggi all'ospedale romano San Filippo Neri il cammino verso il progetto di chiusura del servizio immunotrasfusionale del San Paolo e la sua trasformazione in centro di raccolta del sangue. Il commissario straordinario del San Filippo, Lorenzo Sommella, ha accolto l'invito della Asl RmF per iniziare la discussione.
La Regione ha deciso la trasformazione del servizio ospedaliero civitavecchiese nell'ambito della riorganizzazione della rete del sangue del Lazio ma serve una perfetta organizzazione per non creare problemi da una parte e l'altra.
Il servizio dell'ospedale San Paolo cambierà denominazione ma sostanzialmente rimarrà invariato il rapporto con i cittadini e i reparti. Le idee che proporrà oggi Giuseppe Quintavalle, direttore generale della Asl RmF, sono quelle di garantire le scorte, la possibilità di validare la qualità delle sacche ematiche al San Paolo con il personale locale ed effettuare le prove di compatibilità. "La riunione è propedeutica alla firma di una convenzione con il San Filippo- spiega Quintavalle-. Si parlerà di personale e dell'organizzazione. Sarò accompagnato medici ospedalieri, funzionari regionali e da esponenti dell'Avis".
Mentre la Asl sta cercando di seguire le indicazioni della Regione senza penalizzare il territorio, Devid Porrello, consigliere del M5S Lazio e membro della commissione sanita, è contrario al progetto. "Quanto si sta verificando- dice- limiterà l'attività ospedaliera in un territorio che ospita uno dei porti crocieristici tra i più importanti del Mediterraneo e attività industriali caratterizzate da impianti di grande pericolosità". "Il nostro l'obiettivo è garantire al territorio la scorta di sangue necessaria- aggiunge Gino De Paolis, capogruppo Sel Regione- non solo ad affrontare le emergenze ma soprattutto per la completa sicurezza e autonomia l'attività ordinaria del San Paolo".
(Cds/ Dire)