Roma, 21 gen. - Nicola Zingaretti ha nominato 13 nuovi direttori generali delle Asl. Ha scelto, ha detto, privilegiando il merito, riducendo l'età media, aumentando la presenza femminile, chiamando alcuni dirigenti da altre regioni. Bene, auguriamo a tutti buon lavoro. Si valuterà poi in base alle scelte che i nuovi dirigenti faranno e all'efficacia della loro gestione. Ma la scelta delle persone è il primo passo, ora bisogna passare agli obiettivi.
Le cose da fare sono molte e difficili, in un quadro finanziario che impone la ricerca dell'efficienza. Tra le tante, c'è una cosa che va fatta prima delle altre: i pronto soccorso. La settimana scorsa è stata inquietante e umiliante per chi si è trovato in quelle situazioni e per tutti i cittadini di un paese che vogliamo civile.
Purtroppo non è una sorpresa, è un'emergenza permanente. Le scene al pronto soccorso del San Camillo, non sono una prima ma una tristissima replica. Il gelo nella sala di attesa del pronto soccorso di Ostia è altrettanto umiliante. L'emergenza permanente richiede scelte urgenti e scelte strutturali. Tra gli obiettivi indicati ai direttori delle Asl il caso dei pronto soccorso dev'essere al primo posto. Senza perdere un attimo, si deve affrontare anche la parte strutturale del problema: costruire un'infrastruttura dei servizi sanitari che consenta di decongestionare i Pronto Soccorso.
Nel Documento di Economia Regionale 2014-16, meritoriamente varato nel dicembre scorso dopo che dal 2008 il governo laziale ne era privo, era stato senza bussola e senza timone, una delle sette macro-aree di intervento è il Welfare e la Sanità. Nelle pagine del Documento dedicate a questa macro-area il primo obiettivo è: "Elevare lo standard qualitativo del SSR, migliorando il livello di accesso alle cure, la fruibilità delle stesse e la loro efficacia". Il pronto soccorso è il primo spesso drammatico accesso alle cure. Deve essere dignitoso, funzionale, efficace. Anche se richiederà un po' di risorse in più.
(Cds/ Dire)