(DIRE) Roma, 16 dic. - L'attesa è durata sei anni, ma ora ce l'hanno fatta. Dopo tante insistenze e sollecitazioni, tra lettere, mail, telefonate e incontri con i dirigenti regionali, è con "estrema soddisfazione" - fanno sapere- che gli odontoiatri annunciano il tanto agognato tavolo tecnico tra la professione Odontoiatrica e la Regione Lazio, per la modifica del regolamento in tema di autorizzazioni sanitarie. Lo scorso giovedì si è infatti svolta la prima riunione ufficiale, alla quale hanno partecipato i presidenti provinciali C.A.O. di Roma, Frosinone, Latina, Viterbo e Rieti, i presidenti regionali delle sigle sindacali più rappresentative (ANDI e AIO), e i dirigenti regionali dell'area autorizzazioni sanitarie. Ma per saperne di più la Dire ha intervistato Brunello Pollifrone, presidente Commissione Albo Odontoiatri di Roma.
Lunghi sei anni di attesa? "Stavamo quasi per perdere la speranza. Nel 2007 tutti noi dovemmo presentare per la prima volta alla Regione Lazio la documentazione necessaria al rilascio dell'autorizzazione per i nostri studi. E da allora si sono succedute sempre nuove leggi, circolari, chiarimenti interpretativi e altro, che non hanno fatto altro che trasformare l'attesa per il rilascio delle autorizzazioni in rassegnazione per la lentezza della macchina burocratica. Questo scetticismo aveva persino spinto alcuni colleghi a diffidare della nuova procedura online, che ci ha visti coinvolti fino al 31 gennaio".
Finalmente la macchina burocratica della Regione Lazio, però, ora sembra essere ripartitaà "Assolutamente sì: da maggio sono state rilasciate le prime autorizzazioni per numerosi odontoiatri, e presto ogni studio vedrà riconosciuta la considerazione e la rispettabilità che merita. Questo risultato, seppur positivo, non può però considerarsi un punto di arrivo, ma essere da impulso a nuovi obiettivi da raggiungereà".
Quali? "La situazione normativa che regolamenta la nostra vita professionale può essere migliorata ancora in alcuni aspetti: semplificando le procedure burocratiche per l'ottenimento delle autorizzazioni; tutelando il ruolo dei consulenti e dei collaboratori degli studi odontoiatrici; agevolando chi, in un momento di difficoltà economica come quello attuale, voglia condividere gli spazi comuni di uno stesso studio professionale, oppure subaffittare una stanza ad un collega per contenere e/o ridurre le spese. E, da ultimo, introducendo nuovi meccanismi normativi che permettano ai giovani laureati di entrare nel mondo del lavoro, procrastinando il gravoso impegno economico iniziale per l'apertura di un nuovo studio. Molto è stato fatto ma, ripeto, ancora tanto c'è da ottenere".
Giovedì scorso il primo incontro ufficiale alla Regione: come è andato? "Devo dire molto bene. Con massima fermezza la CAO di Roma ha richiesto con fermezza un blocco immediato dei controlli ASL, in attesa di maggiore chiarezza e uniformità nei comportamenti degli ispettori, insieme anche ad un trattamento meno inquisitorio ma volto ad una reciproca collaborazione. I vertici dell'ufficio autorizzativo si sono comunque dimostrati disponibili ad intraprendere un cammino comune".
A cosa porterà questa collaborazione? "Alla discussione di questi punti: in primis al rendere omogenee e a semplificare le richieste delle ASL competenti per territorio; ad elaborare una lista di criticità della professione odontoiatrica, da analizzare e approfondire, risolvendo così definitivamente alcune questioni che da troppo tempo sono rimaste irrisolte (consulenti, collaboratori, requisiti minimi); e poi a modificare il regolamento regionale, velocizzando e facilitando le procedure autorizzative dei nostri studi odontoiatrici".
Ci può dare qualche dato sulle autorizzazioni finora concesse? "Di 4.800 istanze presentate tramite la piattaforma SAASS, di cui 3.600 già istruite, sono state rilasciate 800 autorizzazioni, di cui 600 già notificate".
È in programma un altro incontro con la Regione? "Il prossimo incontro è stato fissato per i primi di gennaio. E simo tutti molto contenti perché saremo chiamati a dare il nostro contributo per un modello di odontoiatria che guardi finalmente al futuro".
(Cds/ Dire)