Roma, 16 gen. - Appuntamento al ministero della Salute. I presidenti delle Regioni e il ministro Lorenzin si incontreranno oggi dopo la pausa di dicembre per riprendere le fila del Patto per la Salute. Obiettivo: chiudere il prima possibile. Ma è più facile dirlo che farlo.
Restano infatti ancora tutte da scoprire le carte del Governo rispetto alle 'schede' di proposta regionali elaborata alcuni mesi fa e sulle quali, al momento, non risulta essere stato espresso alcun parere ufficiale del ministero della Salute. Né si sa se oggi Lorenzin presenterà un suo documento alle Regioni.
La discussione comunque riparte da quelle schede, che riguardano: fabbisogno economico e costi standard, Lea, farmaci e farmacie, dispositivi medici, assistenza ospedaliera, personale, cure primarie, università e ricerca, edilizia sanitaria, integrazione socio-sanitaria e piani di rientro.
Insomma l'intero scibile del pianeta sanità che dovrebbe trovare una sistemazione organica nel Patto che, a quel punto, assumerebbe una dimensione di vera e propria riforma strutturale del sistema rispetto agli attuali consolidati equilibri ed assetti organizzativi e funzionali.
È chiaro, fanno già sapere autorevoli esponenti regionali, che in ogni caso al primo punto ci dovrà comunque essere il chiarimento definitivo sulle risorse 2014 e seguenti. A partire dai famosi 2 miliardi di copertura del mancato gettito dei ticket, sui quali le Regioni chiederanno dati certi e definitivi. Ma non basta. Le Regioni porranno anche la questione della spending review per capire in che misura si muoverà il commissario Cottarelli (che in ogni caso deve portare risultati concreti di risparmio in tutti i settori già a febbraio) rispetto alla sanità. L'idea delle Regioni, sulla quale si è sempre detta d'accordo anche Lorenzin, è che la spending review sanitaria si faccia con il Patto per la salute. Ma i tempi stringono e le regioni temono qualche colpo di mano di Cottarelli.
Scenari alquanto mutevoli, dunque, e infatti su una cosa sembrano tutti convenire: la firma del Patto, a meno di un suo ridimensionamento negli obiettivi e negli ambiti di intervento, difficilmente sarà affare di pochi giorni.
(Cds/ Dire)