Roma, 15 gen. - Prima grana giudiziaria per Matteo Renzi e il suo Pd. Il responsabile del Welfare del partito nella nuova segreteria Davide Faraone è tra gli indagati per peculato per le spese pazze dell'Assemblea regionale siciliana, l'inchiesta sull'uso illecito dei fondi destinati ai Gruppi parlamentari. Al responsabile Welfare Pd sono contestate spese per 3.380,60 euro. Tranquilla la reazione di Faraone alla notizia: "Dovessi essere rinviato a giudizio- dice Faraone alla Zanzara su Radio24- mi dimetto, mi dimetto anche da uomo. Ma non ci si arriverà perchè sono sicuro di come ho usato i soldi. Sono tranquillo sull'utilizzo di queste risorse".
Non solo: Faraone aveva già precisato: "La Procura indaghi. E se c'è qualche ladro deve pagare. Sono certo che emergerà chiaramente se c'è qualcuno che ha rubato e ha utilizzato le risorse per lucro personale". Si dice quindi "serenissimo; anzi, quanto accaduto sarà l'occasione per far conoscere a tutti i modi in cui ognuno di noi utilizza le risorse destinate a fini politici e di rappresentanza".
Tra gli altri parlamentari finiti sotto inchiesta per peculato anche l'ex presidente della Regione Sicilia, Raffaele Lombardo; l'ex presidente dell'Ars, Francesco Cascio, e l'attuale, Giovanni Ardizzone; i deputati Nino Dina, Salvatore Cordaro, Gaspare Vitrano, Massimo Ferrara, Franco Mineo, Giuseppe Lupo, Bernardo Mattarella, Cateno De Luca, Riccardo Savona, Lino Leanza, Paolo Ruggirello, Salvino Pantuso, Carmelo Curenti e Alessandro Aricò.
Sono 97 in tutto gli esponenti politici indagati. L'inchiesta è stata condotta dalla Guardia di Finanza e ha preso il via nel 2012. Le Fiamme Gialle nelle scorse settimane hanno depositato in procura un'informativa con i risultati degli accertamenti.
(Cds/ Dire)