Roma, 13 gen. - C'è il servizio che permette di trovare la stanza dello specialista dentro il policlinico da dieci padiglioni, e quello che spedisce sul cellulare i risultati degli esami. Gli ospedali italiani stanno entrando nel mondo delle app. Le grandi possibilità aperte dalle applicazioni per smartphone sembrano destinate, nel giro di pochi anni, a cambiare il modo in cui i cittadini accedono alle attività di cura. Un pezzo della nostra sanità, che vive di chiaroscuri, tra ospedali fatiscenti e strutture super moderne, ha già puntato sulla Rete. Buona parte delle Asl fanno prenotare visite ed esami sul proprio sito e molte sono anche in grado di spedire i referti. Le app sono il nuovo passo avanti: consentono al cittadino di avere a portata di mano servizi e informazioni importanti.
Una delle prime strutture a entrare nel mondo degli smartphone è stato l'Humanitas di Milano, un Irccs, cioè un istituto di ricovero e cura a carattere scientifico di rilievo nazionale. La sua app è già stata già scaricata migliaia di volte. Permette di prenotare e consultare referti e ha anche una sezione di Google indoor maps per muoversi senza problemi dentro l'ospedale. Il sito dell'istituto, inoltre, offre un servizio originale. È infatti possibile seguire, attraverso un codice consegnato al momento dell'accettazione, il percorso di ogni paziente all'interno del Pronto soccorso.
Il grande policlinico fiorentino di Careggi ha di recente messo a disposizione degli utenti la sua app, e per dimostrare quanto crede nella rete ha attivato 940 punti di accesso libero al wi-fi. Gli utenti possono controllare le liste di attesa, visualizzare la propria fascia di reddito ai fini dell'esenzione del ticket, consultare tutti i numeri utili, cercare uno specialista e trovare dove lavora. Inoltre possono navigare in una sezione di news e, se arrivano da altre città, in una lista di alloggi nella zona dell'ospedale.
Il Centro diagnostico italiano, una maxi struttura ambulatoriale privata milanese, con 21 sedi e 600mila pazienti l'anno, ha varato una app che offre mappe, prenotazioni e la possibilità di organizzare i propri referti in un archivio sanitario informatizzato.
E se negli Stati Uniti si sono mosse da tempo molte strutture ospedaliere, dal Massachusetts al New Jersery, da noi hanno puntato sugli smartphone, spiegano da Fiaso, la Federazione delle aziende sanitarie e ospedaliere italiane, tra le altre anche le Asl di Reggio Emilia, Livorno, Trento, Asti e Cuneo, oltre al Bambin Gesù di Roma (ma deve rilanciare il suo progetto in questi mesi). Spesso, oltre alle informazioni di servizio e alle funzioni legate alle attività degli ospedali, si fa anche un passo avanti, proponendo applicazioni che riguardano la salute in generale.
Con Internet sempre più usata da chi cerca informazioni sulle malattie e magari si rivolge a fonti di dubbia qualità, le aziende sanitarie italiane vogliono utilizzare il loro carattere di strutture pubbliche per aiutare i pazienti ad orientarsi. E così a Modena la Asl ha creato una app per dare informazioni sull'Aids, su come si manifesta, sulle cure e su dove fare test e visite, con relativi orari e nomi dei medici. Il centro oculistico dell'Humanitas ha creato iVista, una app che permette di controllare la salute degli occhi e propone esercizi per mantenerli in forma. C'è anche un 'break reminder' che segnala quando fare una pausa dal computer o dal tablet.
(Cds/ Dire)