Roma, 13 gen. - "Ho fatto la notte, con 25 pazienti parcheggiati sulle lettighe, perché non c'era un posto libero per ricoverarli. Spesso siamo costretti a lasciarli nei corridoi, uomini e donne vicini, senza privacy, senza dignità. Da giorni la sala d'aspetto è affollata, ormai anche per un piccolo malanno non vanno dal medico di base, vengono qui da noi e noi siamo allo stremo. Ma il problema vero non è l'attesa dei pazienti meno gravi, è la rabbia di dover parcheggiare chi sta male sulle barelle". È lo sfogo di un medico di uno dei tanti pronto soccorso romani, quelli dove aspetti anche dieci ore per una visita e cinque notti su una barella per un ricovero.
"Se poi qualcosa va storto- prosegue il medico- siamo noi in prima linea a esser denunciati, indagati. Tu sai che hai fatto il massimo ma ogni giorno rischi una denuncia. E non solo: ormai in ogni pronto soccorso stiliamo la lista delle aggressioni che noi medici e infermieri subiamo, perché tra i familiari c'è chi comprende, e chi invece perde la testa".
"Arrivano tanti ubriachi e sbandati: una volta uno stava per strozzare un'infermiera, mentre un collega ha avuto un infarto dopo essere stato aggredito. Il sistema dei pronto soccorso- conclude- non regge più".
(Cds/ Dire)